Beatificazione a Roma di suor Celina Chludzińska Borzęcka, fondatrice del ramo femminile
dei Risurrezionisti
Si svolgerà nel pomeriggio, presso la Basilica di San Giovanni in Laterano, la cerimonia
di beatificazione di Celina Chludzińska Borzęcka, fondatrice della Congregazione delle
Suore della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. A presiedere la concelebrazione
a nome del Papa sarà il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione
delle Cause dei Santi. A partire dalle 15.50, la nostra emittente trasmetterà la cronaca
idel rito per la sola zona di Roma, sull'onda media di 585 kHz; e sulla modulazione
di frequenza di 105 MHz. Per un profilo biografico della nuova Beata, il servizio
di Francesca Fialdini:
Da moglie
e madre a suora, fondatrice della Congregazione delle Suore della Risurrezione. Celina
Chludzińska Borzęcka, nasce nel 1833, in una cittadina dell’attuale Bielorussia, all’epoca
territorio della Polonia orientale. Benché nel suo cuore senta la chiamata alla consacrazione,
a vent’anni si sposa per seguire la volontà dei genitori e il consiglio del padre
spirituale; dal suo matrimonio nacquero quattro figli, due dei quali morti in tenera
età. Sotto il regime zarista, Celina, senza dimenticare i suoi impegni familiari,
si prodiga per gli insorti venendo per questo arrestata, nel 1863. Sei anni più tardi
si trasferisce a Vienna per accudire il marito malato e le due figlie; rimasta vedova
sceglie Roma come sua città e qui incontra la spiritualità risurrezionista riscoprendo
la propria vocazione religiosa. Da questo momento, siamo nel 1882, Celina sceglie
la vita comunitaria e con la figlia Edvige fonda il ramo femminile della Congregazione
dei Risurrezionisti, dedita all’educazione cristiana delle ragazze povere. A partire
dal 1891, anno ufficiale della fondazione, l’attività evangelizzatrice di suor Celina
cresce; intraprende numerosi viaggi in Europa e negli Stati Uniti. E’ grazie a questa
instancabile opera di apostolato che l'Istituto oggi può contare 53 case in tutto
il mondo, in Argentina, Australia, Bielorussia, Canada, Inghilterra, Italia, Polonia,
Stati Uniti e Tanzania. Mentre si trova di passaggio a Cracovia, suor Celina muore
all’età di 80, il 26 ottobre 1913, lasciando una testimonianza di instancabile disponibilità
al volere di Dio in ogni stato della sua vita terrena.
Per cogliere la
profondità spirituale di suor Celina Chludzińska Borzęcka, Giovanni Peduto
ha intervistato il postulatore della Causa di beatificazione, padre Vieslaw Spiewak:
R. – La
peculiarità della sua santità è condensata nel motto della Congregazione delle Suore
della Risurrezione: “Per crucem et mortem at resurrectionem et gloriam” (Per la croce
e la morte alla risurrezione e alla gloria). Infatti, nel suo caso è stata così umile
da accettare qualsiasi volontà di Dio, di voler morire a se stessa, per poter risorgere
con Cristo ovviamente e scoprendo la volontà del Signore, cercare di realizzarla fino
in fondo. Questo lo vediamo, per esempio, quando, volendo entrare nella vita di clausura,
ubbidisce alla volontà dei genitori. Riesce a vedere anche lì la volontà di Dio, anche
se le costa moltissimo, e segue il loro giudizio e verdetto, andando sposa ad un uomo
che poi diventa suo marito. Lei, però, lo ama con tutta se stessa. La sua santità
non è solo quella di vita religiosa, è anche santità di vita in quanto moglie, madre
e vedova. Qualsiasi realtà deve affrontare, l’affronta con tutta se stessa, cercando
di viverla nella maniera migliore, responsabilmente e con amore.
D.
– Qual è il messaggio di questa Beata, per gli uomini e per le donne di oggi?
R.
– Il messaggio credo sia innanzitutto che qualsiasi stato di vita che noi viviamo
in quanto cristiani può portarci alla santità. Lei, infatti, qualsiasi stato le sia
toccato in sorte, nell’arco della sua vita di 80 anni, l’ha voluto vivere così: “Questa
per me è la possibilità di santificarmi”. E allora, non soltanto una suora, una fondatrice
di una comunità religiosa, ma anche una madre e una moglie può santificarsi. Di questo
Celina è testimone.