Pena di morte e 11 settembre: i temi dei film presentati nella sezione più originale
della Festa del Cinema di Roma
L’America dei misteri, l’America della pena di morte, l’America delle ingiustizie:
un quadro impietoso e appassionato emerge da due importanti film documentari ancora
una volta proiettati nella sezione più originale della festa del Cinema, Extra,
che sorprende per originalità raccontando storie del mondo che coinvolgono e fanno
certamente discutere. Due registi italiani curiosi e coraggiosi, Franco Fracassi e
Francesco Trento, decidono di partire da Zero – così anche il titolo del film
– per ricostruire attraverso attente e pazienti analisi, e narratori quali Moni Ovadia,
Lella Costa, Dario Fo e Gore Vidal, la tragedia dell’11 settembre per molti aspetti
ancora esposta a dubbi e nascoste reticenze. Le contraddizioni tra i fatti accaduti,
quelli ricostruiti e quelli successivamente narrati è sorprendente, ma l’intelligenza
degli autori risiede nella volontà di non voler offrire una teoria alternativa, ma
mettere in crisi quella ufficiale. E non v’è dubbio che ci riescano perfettamente.
Negli Stati Uniti, comunque, il documentario per ora non uscirà E chissà se accadrà
altrettanto al sorprendente In prison my whole life - In prigione tutta la mia
vita: chi sta in cella aspettando l’esecuzione capitale da venticinque anni è
Mumia Abu Jamal, giornalista indipendente afroamericano ed ex membro delle Black Panthers,
condannato per l’omicidio di un poliziotto di Filadelfia nel 1981. La vita è, invece,
quella di William Francome, che ha in comune con Mumia, da sempre proclamatosi innocente,
il fatto d’essere nato lo stesso giorno ed anno in cui il presunto delitto ebbe luogo.
La coincidenza diventa il motivo sul quale si regge l’intenso e visivamente appassionante
documentario diretto da Marc Evans, anche in questo caso inframmezzato da testimonianze
importanti. Nel coro delle voci emergono accusatori, arrabbiati, disillusi: sul primo
verdetto e i diversi appelli che stanno miseramente e dolorosamente procrastinando
l’esecuzione in modo quasi surreale, pesano accuse di falso, giuria e giudice razzisti,
Mumia capro espiatorio in una città che nell’ultimo trentennio del secolo scorso ha
vissuto tensioni, ribellioni e vere e proprie battaglie intrise di sangue. Naturalmente,
inframmezzate all’indagine, si addensano anche le immagini delle recenti accuse rivolte
alla nazione americana, dalle torture in Iraq alla prigione di Guantanamo. Mentre
si leva la voce di Mumia dal carcere che ogni settimana diventa “la voce dei senza
voce”. Una situazione che racchiude le tensioni covate da una intera società e l’ancora
vana speranza di poter vivere in un mondo giusto e riconciliato. (A cura di Luca
Pellegrini)