2007-10-25 12:28:12

Il Papa incontra gli studenti degli Atenei Pontifici per l'inizio dell'Anno accademico


Oggi pomeriggio alle 17.00 il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, presiederà la Messa per l’inizio dell’Anno accademico degli Atenei Pontifici. Al termine della Liturgia, verso le 18.30, il Papa scenderà in Basilica per salutare i presenti. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca dell’evento a partire dalle 16.50 sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Il servizio di Sergio Centofanti.RealAudioMP3


Una grande realtà ecclesiale e culturale: gli Atenei Pontifici sono sedici, di cui sette sono Pontificie Università in quanto hanno almeno quattro Facoltà, e si trovano tutti a Roma. Ci sono poi quattro Facoltà singole, tre Istituti Pontifici particolari e sette Istituti di alta specializzazione, collegati con gli Atenei, per un totale di oltre 17mila studenti e 2100 docenti.

 
Una realtà complessa e articolata che ben rappresenta l’universalità della Chiesa: gli studenti provengono da tutto il mondo e sono sia religiosi che laici. Il Papa li ha incontrati per la prima volta l’anno scorso. Era il 23 ottobre. Benedetto XVI aveva ribadito “l'importanza prioritaria della vita spirituale e la necessità di curare, accanto alla crescita culturale, un'equilibrata maturazione umana e una profonda formazione ascetica e religiosa”. In particolare Benedetto XVI aveva sottolineato che “l'approfondimento delle verità cristiane e lo studio della teologia o di altra disciplina religiosa presuppongono un'educazione al silenzio e alla contemplazione, perché occorre diventare capaci di ascoltare con il cuore Dio che parla”. E solo così ci si può avvicinare al Verbo divino che è Parola uscita dal silenzio:

 
“Solo se provengono dal silenzio della contemplazione le nostre parole possono avere qualche valore e utilità, e non ricadere nell'inflazione dei discorsi del mondo, che ricercano il consenso dell'opinione comune. Chi studia in un Istituto ecclesiastico deve pertanto disporsi all'obbedienza alla verità e quindi coltivare una speciale ascesi del pensiero e della parola”.







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