Nord Kivu: scappano dall’arruolamento forzato i bambini delle scuole di Masisi
Fuggono per evitare l’arruolamento e il coinvolgimento nel conflitto armato. Sono
i bambini delle scuole di Masisi, località nel Nord Kivu, nella Repubblica Democratica
del Congo. E' quanto dichiara Radhika Coomaraswamy, rappresentante speciale dell’ONU
per i conflitti armati, aggiungendo che sarebbero già centinaia i bambini soldato
arruolati dai gruppi di ribelli e dai miliziani. Si tratta, nella maggioranza dei
casi, di gruppi legati al generale dissidente, Laurent Nkunda. “Il reclutamento forzato
di minori e la violenza sessuale in tempo di guerra - ha aggiunto Coomaraswamy - infrangono
il diritto internazionale e costituiscono un crimine”. In occasione della Conferenza
internazionale “Liberiamo i bambini dalla guerra”, tenutasi a Parigi lo scorso febbraio,
il direttore esecutivo dell’UNICEF, Ann Venemans, aveva sottolineato, inoltre, che
sarebbero circa 250 mila i bambini coinvolti nei conflitti armati in tutto il mondo;
sono impiegati soprattutto come combattenti, messaggeri, spie, facchini e cuochi.
Per il 40 per cento dei casi sono bambine, spesso costrette a subire abusi e violenze.
Una piaga nascosta, quella dei bambini soldato, che richiede interventi tempestivi.
Nel Nord Kivu, con il supporto della locale Missione dell’ONU, il governo di Kinshasa
è chiamato ad impegnarsi nella lotta alle violazioni dei diritti dell’infanzia; osservatori
ed analisti auspicano poi che gli stessi gruppi armati adottino misure necessarie
ad evitare il coinvolgimento di minori nel conflitto. Secondo l’agenzia missionaria
Misna, nelle ultime settimane un numero sempre crescente di soldati avvrebbe abbandonato,
infine, i gruppi ribelli per entrare a far parte delle Forze armate congolesi: si
tratta 24 mila uomini dispiegati nel Nord-Kivu che combattono con il supporto logistico
dell’ONU i miliziani di Nkunda. (C.D.L.)