Sono stati liberati questa mattina i due sacerdoti cattolici rapiti nei giorni scorsi
a Mosul, nel nord dell’Iraq, padre Mazen Ishoa e padre Pius Afas. Sembra stiano “bene'',
compatibilmente con quanto hanno passato nei giorni scorsi. Il servizio di Fausta
Speranza: I
cattolici di Mosul parlano di miracolo, perchè venerdì e ieri non era stato possibile
stabilire contatti con i rapitori, che non rispondevano ai numeri usati in questi
giorni. Per la loro liberazione, domenica scorsa, aveva lanciato un appello anche
Benedetto XVI. I due religiosi, Pius Afas e Mazen Ishoa, cattolici di rito siriaco
(orientale), erano stati sequestrati il 13 ottobre scorso nei pressi di Mosul, mentre
si stavano recando in visita di condoglianze ad una famiglia che aveva da poco subito
un lutto. Padre Pius Afas, 60 anni, è insegnante di Bibbia al seminario locale. Per
molto tempo ha diretto la rivista ''Il pensiero cristiano'', stampato in lingua araba.
Padre Mazen Ishoa, 35 anni, è stato ordinato solo da pochi mesi: la sua scelta di
sacerdozio è maturata dopo la laurea e il servizio militare. Il 15 ottobre l'Aina,
un'agenzia cattolica irachena di solito molto informata sulla piccola comunità cristiana
locale, ne aveva annunciato la liberazione, ma era stata smentita dal vescovo di Mosul,
mons.Basile Georges Casmoussa, impegnato nella delicata trattativa con i sequestratori.
Il presule, all'agenzia missionaria Misna, aveva rivelato che i rapitori si erano
fatti vivi per chiedere un riscatto di un milione di dollari. La richiesta aveva portato
a ipotizzare che dietro il rapimento ci fosse la delinquenza comune e non gruppi legati
al fondamentalismo islamico.