2007-10-19 15:43:50

Conclusa la decima edizione del "Religion Today Filmfestival". Intervista con il regista Zanussi


Con la cerimonia di premiazione che si è tenuta ieri pomeriggio, presso la Sala Marconi della Radio Vaticana, si è chiuso l’appuntamento romano del "Religion Today Filmfestival", giunto al suo decimo anno di vita. La Giuria internazionale e interconfessionale ha premiato diverse pellicole, tra le quali il film “Il sole splende su tutti egualmente”, dell’iraniano Abbas Rafei, e il documentario “Yoel, Israel e Pashkavils”, dell’israeliana Lina Chaplin. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3


Avvicinare persone, popoli e religioni e porle davanti all’immagine quale esperienza di condivisione, solidarietà e dialogo. Le mete sono impegnative e affascinanti e il cinema può incarnare e proporre queste sfide perché è un mezzo globale di cultura e di comunicazione. Ne hanno intuito portata e speranze i fondatori del "Religion Today Festival" con il suo presidente, don Massimo Manservigi. Itinerante sul suolo italiano, si pone come un vero e proprio “laboratorio di convivenza” nel corso del quale pellicole provenienti dalle più diverse aree culturali e legate a diverse esperienze religiose sono inserite in un concorso in cui la giuria rappresenta in modo composito le fedi e le nazionalità del mondo, con l’intento di promuovere un patrimonio comune. Film, documentari e cortometraggi hanno anche nell’edizione di quest’anno esplorato vari punti di vista sull’esistenza e sul sacro sottesi alle diverse religioni, promuovendo opere altrimenti trascurate dal grande mercato. Affiancano il concorso, un laboratorio cinematografico - ove insieme si prega e parla di cinema - e un gruppo di studio per la promozione di un vero e proprio network di festival cinematografici, interessati alla valorizzazione e diffusione del cinema religioso. Il regista polacco Kryzstof, Zanussi, che nella sede della nostra emittente ha tenuto una relazione sul tema “Il futuro del cinema religioso”, così commenta i rapporti tra cinema e spiritualità:

 
R. - C’è un contenuto spirituale del cinema e di tutte le discipline dell’arte, che distingue le opere valide dalle opere invalide, perché quando non c’è il contenuto spirituale, non c’è niente. Anche nei film leggerissimi si trova o si può trovare il contenuto spirituale, il contenuto approfondito. La dimensione spirituale, cioè la visione del sacro e del mistero, è una nozione universale, che serve in tutte le culture sia che io parli con i buddhisti, sia che io parli con gli islamici o gli induisti o gli ebrei ritrovo sempre la stessa nozione del sacro e del mistero. Questo sono due cose che ci uniscono.

 
Gilad Goldschmidt, rabbino di Gerusalemme e regista che ha partecipato al Festival in qualità di giurato, delinea le prospettive per una collaborazione tra la Chiesa cattolica e l’ebraismo:

 
R. - For sure…
Sicuro, penso ci sia qualcosa di veramente speciale in questo Festival, perché è chiamato “Religion today”, non è chiamato “Christianity today” o “Judaism today”. E’ chiamato così perché presenta qualcosa di fondamentale, comune a tutte le religioni. Un film religioso non deve necessariamente trattare alcuni aspetti specifici di una religione, perché gli aspetti principali di una religione sono comuni al mondo musulmano, al mondo buddhista, al mondo cristiano ed ebraico. E penso che sia qualcosa di evidente anche nei film di quest’anno. Molti di questi film trattano la questione della Provvidenza e dei miracoli, domande fondamentali per tutti i credenti. Quindi, quando hai un film potente che suscita forti emozioni e pensieri su Dio, sul modo in cui Egli opera, lavora e interviene nel mondo, sul problema del credere e su molte domande fondamentali che sono comuni a tutti i film, sono sicuro che ci possa essere una collaborazione nei film religiosi, senza tenere conto di quale sia l’origine della religione.







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