Appello del patriarca Sfeir ai politici maroniti: senza un accordo, i cristiani
in Libano saranno emarginati
“Influirebbe sulla presenza cristiana in Libano” il mancato accordo tra i politici
maroniti sulla scelta del presidente della Repubblica. E’ l’ennesima chiamata al senso
di responsabilità lanciata ieri agli esponenti cristiani dal patriarca maronita, il
cardinale Nasrallah Pierre Sfeir, che da settimane sta impegnando il suo prestigio
per convincere i politici, divisi tra maggioranza e opposizione, a trovare un accordo
per una carica che per prassi costituzionale spetta ad un cristiano e che – ha ripetuto
il porporato – “deve unire i libanesi e non dividerli”. “L’idea di una riunione tra
i leader di maggioranza e opposizione è allo studio”, ha rivelato il patriarca, intervistato
da Radio Voce del Libano, ripresa dall’agenzia AsiaNews. Il cardinale Sfeir ha anche
sostenuto che “potrebbe essere posposta” la prevista sessione parlamentare del 23
ottobre, chiamata a tentare di eleggere il nuovo capo dello Stato. La preoccupazione
del patriarca libanese sull’indebolimento della presenza cristiana come conseguenza
di un mancato accordo tra le fazioni trova eco nelle dichiarazioni di un esponente
della maggioranza. Il deputato Wael Abu Faour, intervistato da An Nahar, sostiene
che è proprio la marginalizzazione dei cristiani l’obiettivo della proposta avanzata
da Hezbollah per una elezione diretta o un sondaggio di opinione sul prossimo presidente
della Repubblica. (R.M.)