Accordo a Lisbona sul Trattato europeo. Il commento di mons.Treanor
Al Consiglio Europeo, riunito a Lisbona, è stato raggiunto, nella notte, l’accordo
sul nuovo Trattato: sono stati dunque appianati i dissensi sulla nuova ridistribuzione
dei seggi al Parlamento ed è stata approvata la dichiarazione sulla cosiddetta clausola
di Ioannina, che permette ad una minoranza di Stati di rinviare, per un certo periodo,
una decisione nel Consiglio. Commentando l’intesa sul Trattato europeo, che verrà
firmato il prossimo 13 dicembre a Lisbona, il presidente di turno del Consiglio, il
premier portoghese José Socrates, ha dichiarato che “ora l’Europa è più forte”. Il
servizio di Riccardo Carucci:
Il vertice
informale dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea ha approvato, la notte
scorsa, il nuovo Trattato che stabilisce il futuro quadro istituzionale dell’UE. E’
stata una vittoria per la presidenza portoghese e il Portogallo sarà premiato ospitando
il 13 dicembre un vertice straordinario per la firma di questo massiccio e complesso
documento già definito il Trattato di Lisbona. L’Italia, che nel futuro assetto del
Parlamento europeo avrebbe avuto solo 72 deputati, uno in meno della Gran Bretagna
e due in meno della Francia, ha ottenuto un deputato in più. L’Italia si colloca,
così, sullo stesso piano di Londra. Anche la Polonia ha avuto soddisfazione su due
richieste procedurali ma significative. Il nuovo Trattato prevede modifiche istituzionali,
come la creazione di un presidente del Consiglio, che resterà in carica due anni e
mezzo. Le modifiche entreranno in vigore nel 2009, mentre le nuove norme a maggioranza
qualificata non entreranno in vigore prima del 2014. C’è da risolvere, poi, prima
il problema della ratifica del Trattato da parte dei 27 Stati membri dell’Unione,
con la tendenza generale ad evitare, dove è possibile, i referendum preferendo la
via parlamentare. Il ‘no’ espresso dagli elettori francesi e olandesi, due anni fa,
alla ormai defunta Costituzione Europea, brucia ancora nella memoria dei leader del
Vecchio Continente. (Da Lisbona per la Radio Vaticana, Riccardo Carucci)
Sul
significato di questo accordo, ecco il commento di Charles Collins, presidente
della Commissione degli episcopati della comunità europea (COMECE), mons.
Noël Treanor:
R. –
Il fatto che sia stato trovato un accordo sul Trattato è certamente positivo. Dopo
i lavori svolti nell’ambito della Conferenza intergovernativa e anche dopo gli anni
di lavoro della Convenzione Europea, i capi di Stato e di governo sono arrivati finalmente
a poter trovare un accordo. Questo è importante soprattutto per la capacità dell’Unione
Europea di affrontare le sfide della buona governabilità dell’Europa, in primo luogo,
e di far fronte anche alle sfide della globalizzazione. In secondo luogo, in quanto
Chiesa, credo che questo articolo 15 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea
offra la possibilità alle Chiese di mobilitare le proprie competenze. Quindi, offre
l'opportunità di partecipare, in modo diretto, nelle consultazioni, nei dialoghi nell'ambito
dell’Unione Europea. Questa disposizione è anche importante, considerando alcune preoccupazioni
che si potrebbero avere per quanto riguarda la dimensione etica della politica in
diversi campi, in quello della ricerca, dell’impatto della politica dell’Unione Europea
sulla vita familiare e su tanti altri temi. Questo Trattato, dunque, sarà firmato
il 13 dicembre e speriamo che venga ratificato prima delle elezioni dell’anno 2009.