L’Unione Europea promuove la Giornata contro il traffico di esseri umani
L’Unione Europea lancia oggi la prima Giornata contro la tratta di persone. A Bruxelles
il problema viene discusso alla conferenza “Il traffico di esseri umani: è il momento
di agire”. Ma quali dati fa registrare questo fenomeno oggi? Tiziana Campisi
lo ha chiesto a Riccardo Mosca, addetto stampa del media team Giustizia, Libertà
e Sicurezza della Commissione europea:
R. -
Si tratta di un fenomeno crescente, drammatico per le vittime e anche per la società
cosiddetta civile che in qualche maniera ospita questo traffico di esseri umani. Annualmente
si parla di due milioni e mezzo di persone che sono soggette a questo traffico, di
cui 500 mila solo in Europa. L’Organizzazione mondiale per la migrazione ha stimato
che nel 2005 c’erano almeno 12,3 milioni di persone che si trovavano in una situazione
di lavoro forzato. Un quinto di queste erano state trafficate. Questo fenomeno arricchisce
una serie di organizzazioni criminali nel mondo intero che funzionano molto anche
grazie ad internet. Pare che il business ammonti a circa 12 miliardi di dollari all’anno.
D.
- Quali Paesi in particolare sono coinvolti nella tratta di esseri umani?
R.
- Ci sono Paesi dell’Unione Europea, Paesi extra-comunitari coinvolti, si parla di
Africa, Paesi dell’Est, donne e bambini con un miraggio di un lavoro e di una vita
migliore e che poi invece vengono incatenati.
D.
- In quali cause identificare il fenomeno?
R. - Innanzitutto
un certo lassismo da parte delle legislazioni comunitarie degli Stati membri, e il
fatto che ancora non si tratta di un crimine considerato sufficientemente grave dalle
legislazioni penali in Europa e quindi le pene sono probabilmente insufficienti. Inoltre,
il fatto che c’è tanta gente disperata al di fuori dell’Unione Europea, che pur di
uscire dalla propria realtà terribile, dalla povertà, è pronta a prendere rischi e
a entrare in canali oscuri come quelli del traffico degli esseri umani.
D.
- In che modo l’Unione Europea intende affrontare il problema?
R.
- Sensibilizzando l’opinione pubblica a quest’ignobile fenomeno e con la creazione
di un nuovo gruppo di esperti in questa materia, che si dovranno regolarmente riunire
per discutere e fare delle proposte concrete alla Commissione e anche agli Stati membri,
quindi al Consiglio dei ministri. Concretamente il primo gruppo di lavoro di esperti
che si riunirà, presenterà una serie di raccomandazioni al Consiglio dei ministri,
e quindi agli Stati membri, per identificare e assistere le vittime in tutti gli Stati
membri. Si tratta di invitare gli Stati membri a coordinarsi e a creare delle reti
di informazione di assistenza reciproca, per poter identificare i responsabili ma
anche e soprattutto per poter aiutare le vittime e, in particolar modo, saranno implicate
le ONG. Una cosa importante è che è stato scoperto che le vittime di questi traffici,
una volta che sono aiutate e assistite, sono poi propense a denunciare il loro sfruttatori.