Le organizzazioni cattoliche indonesiane dicono "no" a ogni forma di estremismo
La stigmatizzazione di tutti gli estremismi e l’impegno a realizzare una società più
giusta: è quanto è emerso dal VI Forum delle organizzazioni cattoliche indonesiane
(FMKI), svoltosi a Surabaya, nella provincia di Giava Orientale. Nella Santa Messa
di apertura, il vescovo di Surabaya, mons. Vincentius Sutiko Wisaksono, ha affermato
che “l’amore per la Patria dovrebbe spingere i credenti a dare una risposta ai problemi
della nazione e a lavorare per la sua coesione”. Tra gli interventi, quello di padre
Benny Susetyo, delegato per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza
episcopale indonesiana, e di esponenti del mondo musulmano. Al termine dei lavori,
Basis Susilo, presidente del FMKI, ha letto la proposta avanzata dai rappresentanti
delle 25 associazioni che fanno capo al Forum. Nel documento, viene stigmatizzato
il liberismo estremo, causa prima dell’impoverimento morale e spirituale della società,
e l’integralismo religioso. In particolare, quest’ultimo è visto come una seria minaccia
all’esistenza stessa di un Paese, l’Indonesia, che annovera cinque religioni ufficiali:
Islam, Buddismo, Cristianesimo, Induismo e Confucianesimo. (A.M.)