2007-10-18 15:27:10

Inondazioni nell’Africa Sub-Sahariana: un milione e mezzo le vittime. L’appello di mons. Lwanga: “Abbiamo bisogno di aiuto"


“Abbiamo bisogno di aiuto, di solidarietà e del supporto del mondo esterno per far fronte al disastro”: è l’appello lanciato da mons. Cyprian Kizito Lwanga, vicepresidente di Caritas Internationalis e arcivescovo di Kampala, capitale dell’Uganda, uno dei Paesi dell'Africa Sub-Sahariana devastati dalle inondazioni, che dall’inizio dell’estate hanno provocato almeno un milione e mezzo di vittime. “La Caritas sta facendo del suo meglio per rispondere all’emergenza, ma la risposta del resto del mondo non è incoraggiante”, ha detto il presule, commentando la situazione di emergenza che attraversa il Paese. Secondo l’agenzia Fides, sarebbero 300 mila le persone colpite dalle piogge torrenziali che da luglio flagellano l’Uganda. Molte aree sarebbero isolate e i raccolti andati distrutti. “Quando ho visitato Soroti – ha raccontato mons. Lwanga al rientro da una visita nell’est del Paese - i ponti erano impraticabili e ho dovuto proseguire il viaggio in barca. Tutto è allagato e la gente è isolata”. Una condizione di emergenza di cui è responsabile anche l’uomo: “I danni arrecati all’ambiente hanno aggravato la situazione – ha ricordato mons. Lwanga - gli alberi sono stati tagliati e la gente ha costruito su zone umide”. Per soccorrere le vittime, la Caritas ha lanciato un appello per raccogliere fondi da destinare alla fornitura di cibo, tende, acqua e servizi igienici. Aiuti alimentari arrivano nella regione anche dal PAM, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, mobilitato per portare aiuto in tutta l’area sub-sahariana. 60 mila le persone che necessitano di assistenza umanitaria in Togo, 75 mila gli alluvionati in Ghana. Sul versante orientale la situazione non migliora: è alto in Sudan il rischio di epidemie per i 200 mila senzatetto, come pure in Etiopia, dove ad esser colpite sarebbero circa 180 mila persone. 7 mila i senzatetto in Ruanda. Nel sostegno alle vittime decisiva è la collaborazione dei governi locali e delle agenzie umanitarie. (C.D.L.)







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