Mons. Fortino sull'incontro cattolico-ortodosso di Ravenna: "un bilancio positivo".
Il ruolo del Papa al centro dei prossimi colloqui
Si è conclusa domenica scorsa a Ravenna la decima Assemblea plenaria della Commissione
mista internazionale per il Dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa
ortodossa, tenutasi sotto la guida di due co-presidenti, il cardinale Walter Kasper,
presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, e il metropolita ortodosso,
Ioannis di Pergamo. Per un bilancio di questa plenaria ascoltiamo mons. Eleuterio
Fortino, sottosegretario del dicastero vaticano per l’unità dei cristiani, al
microfono di Giovanni Peduto:
R. –
Sicuramente è un bilancio positivo, perché è stato affrontato un tema che è essenziale
nel dialogo fra cattolici e ortodossi, un tema difficile. Si sono, comunque, messe
le basi per la continuazione e per l’approfondimento del tema: “Le conseguenze ecclesiologiche
e canoniche della natura sacramentale della Chiesa: comunione ecclesiale, conciliarità
e autorità nella Chiesa”. Come si vede si comincia a trattare un argomento che ci
porterà ad affrontare il tema del ruolo del Papa nella Chiesa di Cristo.
D.
– E’ stato approvato un documento, quali i contenuti?
R.
– Il contenuto è lo studio sulla conciliarità e l’autorità nella Chiesa, studiata
a diversi livelli: a livello locale, dove il “protos” è il vescovo; a livello regionale,
dove nella tradizione orientale la presenza delle metropolie e dei patriarcati esercitano
la conciliarità e l’autorità attraverso i Sinodi e con il protos a livello regionale,
che è il patriarca. Forme diverse di autorità e conciliarità a livello regionale si
trovano anche nella Chiesa cattolica di tradizione latina, ma è soprattutto in Oriente
che è evidente la figura del Patriarca come protos in una Chiesa, in un Patriarcato
regionale.
D. – La Plenaria ha registrato purtroppo
il ritiro dei rappresentanti del Patriarcato di Mosca, a motivo della presenza a Ravenna
di delegati della Chiesa d’Estonia, dichiarata autonoma dal Patriarcato ecumenico,
uno statuto non riconosciuto dal Patriarcato di Mosca...
R.
– Questa è la ragione per cui la delegazione del Patriarcato di Mosca, dopo aver discusso
con i membri ortodossi in una sessione distinta, separata, dove non partecipavano
i membri cattolici, ha comunicato la decisione di doversi ritirare dalla sessione
per non dar adito ad un malinteso – secondo loro – di un riconoscimento “de facto”
dell’autonomia concessa dal Patriarcato ecumenico alla Chiesa di Estonia, che il Patriarcato
di Mosca non condivide. Quindi, era una questione all’interno della delegazione delle
Chiese ortodosse.
D. – Quali le possibili conseguenze
sul piano ecumenico di queste divergenze tra Chiese ortodosse?
R.
– La Sessione è continuata in modo positivo anche con l’augurio da parte dei delegati
della Chiesa del Patriarcato di Mosca, ma naturalmente l’assenza dei due delegati
del Patriarcato di Mosca pone un problema di relazione. Si tratta, è vero, di una
questione posta all’interno delle Chiese ortodosse, in cui la Chiesa cattolica di
per sé non ha nulla da dire, ma le tensioni all’interno delle Chiese ortodosse hanno
un influsso nel dialogo fra cattolici e ortodossi, soprattutto in questo caso in cui
si discuteva la conciliarità e l’autorità nella Chiesa. D. –
Il tema della prossima sessione plenaria sarà il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione
della Chiesa nel primo millennio. Quando e dove si svolgerà e quali sono i suoi auspici?
R.
– Innanzitutto è da dire che la prossima sessione è in stretta connessione con il
lavoro svolto a Ravenna. Si comincia a studiare in modo dettagliato l’evoluzione del
ruolo del Vescovo di Roma nella Chiesa e come si sia espresso nel primo millennio.
In seguito ci saranno altre fasi per studiare lo stesso tema nel secondo millennio,
penso. Quest’anno la commissione è stata ospitata dalla Chiesa cattolica in modo generoso,
in modo fraterno, in modo caloroso, dall’arcidiocesi di Ravenna. Non si è ancora deciso
dove sarà ospitata la prossima sessione da parte ortodossa, ma è deciso che si terrà,
come vuole il programma dei lavori della Commissione, fra due anni, nell’autunno del
2009. Nell’autunno del 2008 avrà luogo, invece, il Comitato di coordinamento che prepara
immediatamente la sessione, mentre ancora prima, da oggi fino alla metà dell’anno
prossimo, si incontreranno due sottocommissioni miste di studio, che affronteranno
parallelamente il tema proposto, e cioè “Il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione
della Chiesa nel primo millennio”.