Non dimenticate i terremotati del Perù: a due mesi dal sisma, l’appello del vescovo
di Ica, mons. Breña Lopez
A due mesi dal disastroso terremoto del 15 agosto scorso, le popolazioni del Perù
colpite dal sisma vivono ancora in piena emergenza. Dal canto suo, la Caritas peruviana,
aiutata dalla rete internazionale delle Caritas, prosegue nel suo impegno per portare
aiuto ai più bisognosi. Sono 50 mila le persone assistite da Caritas Perù, che finora
ha inviato nelle zone devastate quasi 2.200 tonnellate di forniture alimentari e sanitarie.
Particolarmente difficili sono le condizioni di vita nel territorio della diocesi
di Ica, la più colpita dal sisma. Ecco la testimonianza del vescovo, mons. Guido
Breña Lopez, raggiunto telefonicamente in Perù da Alessandro Gisotti:
R. -
Siamo ancora in un momento difficile, non solo perché ancora abbiamo carenza di generi
alimentari, ma anche perché la distruzione è stata grande: circa il 50 per cento delle
case è distrutto, l’85 per cento a Pisco e il 50 per cento ad Ica. La gente è ancora
in strada, il governo ha promesso aiuti che però ancora non arrivano. Ancora non si
è fatto tutto quello che si sarebbe potuto fare, ed è già passato tanto tempo dal
terremoto! L’alternativa è avere una casa provvisoria o una casa definitiva, ma la
gente non ha denaro sufficiente. Come Chiesa, ci troviamo con 135 chiese cadute, tra
Pisco e Ica. E’ un problema, per noi, ma continuiamo a celebrare la Messa e a impartire
i Sacramenti sulla pubblica piazza o in qualche albergo, provvisoriamente...
D.
- Cosa sta facendo la Caritas, o la Chiesa, attraverso i suoi organismi di carità,
per aiutare queste persone?
R . - Noi ringraziamo
Iddio ma anche il Santo Padre perché il cardinale Bertone, che è stato a Ica e a Pisco,
ha lasciato 150 mila dollari da parte della Santa Sede e del Santo Padre per la regione
di Ica. Anche dalla Commissione per l’America Latina ho ricevuto aiuto, ma noi a Ica
abbiamo ancora tanti problemi e tante cose da risolvere e non abbiamo ancora il denaro
sufficiente per ricostruire una chiesa. Anche i preti che vivono in questa zona: alcuni
non hanno casa, perché è caduta la chiesa, la casa, tutto... Ma non abbiamo perso
la speranza!
D. - A due mesi dal terremoto, quale
appello vuole rivolgere attraverso i microfoni della Radio Vaticana?
R.
- Grazie per le preghiere, per la solidarietà manifestata, ma la gente ancora soffre
molto. Confidiamo nell’aiuto di tutti. Siamo nell’emergenza, siamo come i poveri che
hanno perso quel poco che avevano. Ma adesso speriamo di essere ancora migliori, con
la grazia del Signore, con l’aiuto di tanta gente che ha la possibilità di aiutare
queste regioni, questa gente povera. Raccogliendo dunque l’appello del vescovo
di Ica, vi ricordiamo che per sostenere gli interventi in corso in favore dei terremotati
del Perù, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, tramite il conto corrente
postale N. 347013 (causale “TERREMOTO PERU’ 2007”)