Per un ex comandante americano in Iraq, la strategia USA nel Paese arabo è un "fallimento
catastrofico" – Ex Birmania: manifestazioni a favore della giunta. Secondo fonti locali,
i dimostranti hanno ricevuto un compenso
La strategia statunitense in Iraq è un “catastrofico fallimento”. Lo ha detto un alto
responsabile del Pentagono che accusa l’amministrazione americana di aver preparato
un piano di guerra “irrealisticamente ottimista”. Il nostro servizio:
E’ probabilmente
l’attacco più duro alla gestione del conflitto in Iraq. A pronunciarlo è stato l’ex
comandante delle forze statunitensi nel Paese arabo, Ricardo Sanchez: la situazione
sul campo – ha detto il generale - è un “incubo senza fine” e la decisione di inviare
truppe di rinforzo è una “mossa disperata”. L’amministrazione statunitense – ha poi
aggiunto l’ex comandante – ha gestito con incompetenza il conflitto nel Paese arabo.
Sull’esito della guerra, l’ufficiale non sembra poi avere dubbi: “Gli Stati Uniti
continuano la lotta disperata in Iraq senza alcuno sforzo di elaborare una strategia
concertata che possa consentire una vittoria”. La Casa Bianca non ha commentato
le parole dell’ex comandante, che ha lasciato il proprio incarico dopo i casi di abusi
avvenuti nel carcere iracheno di Abu Ghraib. Ma le critiche non provengono solo da
ambienti militari: deputati democratici hanno inviato una lettera al segretario
di stato americano, Condoleezza Rice, per denunciare il presunto tentativo dell’amministrazione
di George Bush di coprire e minimizzare l’estendersi della corruzione in Iraq. Il
timore – scrivono i deputati – è che la corruzione “possa alimentare la rivolta, mettere
le truppe in pericolo e vanificare le possibilità di successo”.
- Pronto
un indennizzo per i familiari delle vittime civili dell’ultimo raid aereo americano
in Iraq, a nord di Baghdad, avvenuto nei giorni scorsi. Gli Stati Uniti hanno ammesso
l’errore che ha provocato la morte di 9 bambini e sei donne e hanno deciso di avviare
un’inchiesta. Intanto sul terreno è sempre alto il livello delle violenze. L'esplosione
di un'autobomba nel centro di Baghdad ha provocato ieri la morte di 4 iracheni - tra
loro un agente di polizia - ed il ferimento di altri sei.
- “Non è stato raggiunto
nessun accordo” sui piani statunitensi per il dislocamento, in Polonia e in Repubblica
Ceca, del sistema anti-missile americano. E’ quanto ha dichiarato ieri il segretario
di Stato americano, Condoleezza Rice, dopo l’incontro, a Mosca, con il presidente
russo, Vladimir Putin, incentrato sull’ipotesi di un ampliamento dello scudo spaziale
americano. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha affermato, inoltre,
che il progetto “deve essere congelato” se si vogliono ottenere, attraverso i negoziati,
risultati concreti. Il servizio di Giuseppe d’Amato:
Per ora
non c’è accordo, ma si spera di trovarlo. Gruppi di esperti dei due Paesi hanno sei
mesi di tempo per proporre una soluzione. La Russia chiede un atto di buona volontà
da parte degli Stati Uniti con il congelamento del progetto di dislocamento dello
scudo spaziale in Europa. “C’è una diversa concezione di minaccia missilistica”, ha
spiegato alla stampa il ministro degli Esteri Lavrov. La sua omologa Rice ha tenuto
a precisare che Russia e Stati Uniti sono partner strategici che lavorano insieme
e non più avversari come durante la Guerra Fredda. L’offerta di uso in comune della
base azera di Gabala, in cambio della rinuncia ai due siti in Polonia e Repubblica
Ceca, non è stata accettata dagli americani. Mosca è intenzionata a ridiscutere tutto
il quadro degli accordi strategico-militari con Washington per aggiornarli alla realtà
odierna. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)
- Due giorni dopo il
documento approvato dall’ONU, nel quale si deplorano le violenze contro dimostranti
pacifici, la giunta militare, al potere nella ex Birmania, ha organizzato una manifestazione
di sostegno al governo. Secondo alcuni funzionari locali, ai partecipanti è stata
data una ricompensa in denaro. L’organizzazione "Amnesty International" denuncia poi
che sono stati arrestati quattro attivisti politici impegnati nel movimento per la
democrazia. Le autorità del Paese hanno reso noto, inoltre, che sono stati 10 i dimostranti
rimasti uccisi durante le proteste e più di 2100 le persone arrestate. Secondo i dissidenti
e diverse organizzazione umanitarie, il bilancio della repressione, compiuta da polizia
e forze speciali, è più pesante.
- Il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici
di Pechino 2008 ha apportato delle modifiche al testo, che ha subito suscitato forti
polemiche, secondo cui è vietato “portare opuscoli e materiali usati per qualsiasi
attività religiosa o politica” in occasione delle Olimpiadi. Nella nuova versione
della lista degli articoli “vietati”, si parla più genericamente di “materiale promozionale”.
Funzionari del comitato organizzatore interpellati dai giornalisti, non hanno però
chiarito quale sia il significato della nuova espressione e se, secondo il governo
cinese, libri sacri come la Bibbia possano essere considerati “materiale promozionale”.
I funzionari hanno anche affermato che non saranno impedite le manifestazioni “personali”
di fede, come portare la croce al collo. E’ stato inoltre reso noto che nel villaggio
olimpico saranno allestiti spazi per “attività religiose in accordo con la legge”.
-
In Cina la diga delle “Tre gole”, il più grande progetto idroelettrico del mondo,
costringerà 4 milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Lo annunciano i media
della Repubblica Popolare. Era stato lo stesso direttore dei lavori a dare l'allarme,
due settimane fa: il colosso di cemento favorisce fenomeni di erosione aumentando
il rischio di frane. Preoccupano anche le emissioni velenose dal sottosuolo e il malcontento
dei residenti, che avevano investito i propri risparmi nella costruzione delle loro
nuove case. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 286 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.