Affidiamoci al Cuore di Maria, rifugio e cammino che ci porta a Dio: così, il cardinale
Bertone nella Messa a Fatima, per i 90 anni delle apparizioni mariane
Dall’Oriente all’Occidente, “l’amore del Cuore di Maria ha conquistato un posto nel
cuore dei popoli, dando loro speranza e consolazione”: è uno dei passaggi forti dell’omelia
del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, nella solenne Messa di stamani
al Santuario di Fatima, in occasione delle celebrazioni di chiusura del 90.mo anniversario
delle apparizioni della Madonna ai tre pastorelli portoghesi. Ieri, il cardinale Bertone,
Legato pontificio, aveva presieduto il rito della dedicazione della nuova grande chiesa
della Santissima Trinità, che dispone di 8.800 posti a sedere. Alla celebrazione,
oltre ai membri dell’episcopato portoghese e migliaia di pellegrini, ha preso parte
anche il presidente del Portogallo, Anibal Cavaco Silva. Ma torniamo alla Messa di
stamani, con il servizio di Alessandro Gisotti:
Canti
“Conversione,
cambiamento di vita, rinuncia al peccato”: tutto questo è Fatima, ha detto il cardinale
Tarcisio Bertone, che ha portato ai fedeli il saluto affettuoso di Benedetto XVI.
Il porporato ha messo l’accento sull’amore del cuore di Maria:
O
amor do Coração de Maria conquistou um lugar no coração dos povos…
Un
amore, ha detto, che ha conquistato il cuore dei popoli “dando loro speranza e consolazione”.
Ha così invitato i fedeli a seguire l’esempio dei pastorelli di Fatima, ma anche di
Giovanni Paolo II, affidandosi al Cuore Immacolato di Maria, “rifugio e cammino che
ci conduce a Dio”. Proprio a Fatima, ha aggiunto, si è manifestato il Cuore “della
più dolce tra le madri”. D’altro canto, ha avvertito il cardinale Bertone, “sarebbe
insensato continuare indefinitamente a chiedere dei segni”. Ed ha ricordato il passo
del Vangelo di Matteo nel quale Gesù rispondendo ai farisei che chiedevano un segno
avverte che nessun segno sarà dato, “se non il segno di Giona profeta. Come infatti
Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo
resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra”. Si è quindi soffermato sul
valore dell’umiltà che, come ci insegna Maria, deve sempre contraddistinguere la vita
di un cristiano:
O Céu exige o esforço, até o mais insignificante,
dos servos mais humildes…
Dio, è stata la sua esortazione,
richiede lo sforzo anche dei servi più umili, dei servi con un solo talento, per il
bene dell’umanità. La parte conclusiva dell’omelia, il cardinale Bertone l’ha dedicata
alle sfide che la società odierna pone ai valori cristiani. Viviamo in tempi, ha rilevato,
in cui c’è chi vorrebbe il silenzio dei cristiani, invocando le regole di una società
aperta. In nome di una società tollerante e rispettosa, ha affermato, si vorrebbe
imporre “come unico valore comune la negazione di ogni valore reale e permanentemente
valido”. Di fronte a queste pretese, ha detto, “il minimo che possiamo fare è ribellarci
con la stessa audacia degli Apostoli”, rispondendo come loro: “Noi non possiamo tacere
quello che abbiamo visto e ascoltato!”
Dopo la celebrazione
eucaristica, oggi pomeriggio è previsto un oratorio “Fatima segno di speranza per
l'umanità”, mentre c’è grande attesa per la Messa di domani, presieduta dal cardinale
Bertone. Al termine della celebrazione, il collegamento video con Piazza San Pietro
per l’Angelus di Benedetto XVI. Per una testimonianza sul clima che si respira in
queste ore a Fatima, Alessandro Gisotti ha raggiunto telefonicamente in Portogallo
l’inviato di “Avvenire”, Salvatore Mazza:
R. –
Già di prima mattina hanno chiuso tutte le strade e non si poteva più circolare. Tutta
la spianata è completamente piena di gente. Questo 90.mo anniversario è molto sentito
ed è molto sentita la presenza del Legato pontificio. Ovviamente abbiamo visto gente
da tutto il mondo. E’ un evento di portata mondiale, internazionale, che dimostra
quanto sia radicata e diffusa la devozione alla Madonna di Fatima in tutto il mondo.
D. – Domani, un altro momento particolarmente atteso,
la Messa, anche questa celebrata dal cardinale Bertone. Poi ci sarà il collegamento
con Piazza San Pietro e chiaramente i fedeli, i pellegrini, aspettano le parole, il
saluto del Santo Padre...
R. – Domani si concludono
le celebrazioni per il 90.mo anniversario dell’apparizione. La presenza del Legato
pontificio è legata appunto a questa conclusione, in coincidenza con l’ultima delle
apparizioni, il 13 ottobre del 1917, ai tre pastorelli, Giacinta, Francesco e Lucia.
E il momento culminante sarà proprio il collegamento con Piazza San Pietro, quando
il Papa, al termine della Messa che verrà celebrata ancora una volta dal cardinale
Bertone, si rivolgerà ai fedeli riuniti qua, proprio come se fosse presente.
D.
– Facciamo un passo indietro, ieri la dedicazione della nuova Chiesa del Santuario,
un momento particolarmente toccante, anche per il significato della dedicazione...
R.
– Sì, è stato il primo atto di queste celebrazioni conclusive in questa nuova chiesa
dedicata alla Trinità. Qui la chiamano tutti il “nuovo santuario”, ma in realtà si
è voluta fare questa dedicazione alla Trinità perché – come ha spiegato ieri il cardinale
Bertone – nella Trinità si ritrova il senso pieno delle rivelazioni fatte dalla Madonna
a Fatima.