Ancora attentati in Iraq, mentre è polemica sulle società di sicurezza Usa
Una nuova ondata di violenza ha devastato ieri il territorio iracheno. Numerosi attentati
sono stati condotti in particolare nel nord del paese contro siti impegnati nella
lotta ad Al Qaida. L’ultimo bilancio parla di almeno 33 persone rimaste uccise e oltre
120 ferite. Intanto il governo iracheno vuole dalla Blackwater otto milioni di dollari
per ciascuna delle 17 vittime della sparatoria causata dagli agenti della società
di sicurezza privata americana lo scorso settembre a Baghdad. Ieri due donne sono
rimaste uccise nel secondo incidente in meno di un mese in cui un contractor privato
è coinvolto nella morte di civili iracheni.
Intanto continua ad avere vasta
eco l’annuncio del premier britannico Gordon Brown di dimezzare la presenza militare
in Iraq. Entro la primavera i militari di Londra nel sud del Paese del Golfo saranno
ridotti da 5.000 a 2.500. Si può parlare, dunque, concretamente, di una nova fase
per l’Iraq? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Colombo, docente di relazioni internazionali
presso l’Università Statale di Milano:
Intanto il
governo turco prepara nuove misure di contrasto contro i separatisti curdi. Tra le
ipotesi di attacco, un’operazione transfrontaliera in Iraq per neutralizzare le postazioni
del PKK, il partito dei lavoratori del Kurdistan.