2007-10-10 14:40:14

"Allontaniamoci tanto dall'impunità quanto dall'odio e dal rancore": così la Chiesa argentina dopo la condanna all'ergastolo all'ex cappellano della polizia durante la dittatura militare


E’ stato condannato all’ergastolo dal primo Tribunale federale di La Plata, 60 chilometri a sud di Buenos Aires, l’ex-cappellano della polizia argentina ‘Bonaerense’ Christian Von Wernich, accusato di violazioni dei diritti umani durante l’ultima dittatura. Nella breve lettura della sentenza emessa ieri sera, il sacerdote è stato riconosciuto colpevole di sette omicidi, 31 casi di tortura e 42 casi di sparizione forzata di persone, crimini commessi (tra il 1976 e il 1983) in cinque centri di detenzione clandestini nella vasta provincia di Buenos Aires. In due interventi il dolore della Chiesa argentina. Il servizio di Roberto Piermarini:RealAudioMP3


“Crediamo che i passi della giustizia nel chiarimento di questi fatti, debbano servire per rinnovare gli sforzi di tutti i cittadini nel cammino della riconciliazione e sono un richiamo ad allontanarci tanto dall’impunità quanto dall’odio e dal rancore”. Così afferma in un messaggio la Commissione Esecutiva della Conferenza episcopale argentina – formata dal cardinale Jorge Mario Bergoglio (arcivescovo di Buenos Aires e presidente dei presuli del Paese) e dai vescovi di Tucuman, Lomas de Zamora, e San Miguel – reso noto pochi minuti dopo la lettura del verdetto di colpevolezza contro l’ex cappellano della polizia segreta. “La Chiesa in Argentina – si legge nella nota - si dice commossa dal dolore causato dalla partecipazione di un sacerdote in delitti gravissimi”, riferendosi ai crimini dei quali Von Wernich è stato riconosciuto colpevole. Nel messaggio i vertici della Chiesa argentina ribadiscono quanto affermato già in passato: “se un qualsiasi esponente della Chiesa, qualunque sia sta la sua condizione, avesse avallato con raccomandazioni o complicità qualunque di questi fatti (la repressione violenta), avrebbe agito sotto la sua personale responsabilità, errando o peccando gravemente contro Dio, l’umanità e la sua stessa coscienza”. Quasi contemporaneamente anche la Commissione nazionale Giustizia e Pace, della Conferenza episcopale argentina ha diffuso una nota in cui manifesta “tutto il suo dolore per quelle azioni dirette, in collaborazione o complicità, che alcuni esponenti della Chiesa Cattolica possono aver compiuto, durante l’ultima dittatura militare nel paese”. In particolare, l’organismo della conferenza dei vescovi esprime la propria solidarietà con tutte le vittime della dittatura. “Speriamo che l’azione della giustizia possa servire come riparazione e consolazione per i sopravvissuti, i loro familiari e quelli degli scomparsi” si legge nel messaggio. “Vogliamo affermare che la violenza, in ognuna delle sue espressioni, non è né cristiana né evangelica. Di fronte all’imperativo che la giustizia cerchi la verità sul passato – conclude la nota - la sfida di proiettare una nazione senza esclusi, ci aiuti a trovare il cammino di incontro e riconciliazione che possa rendere possibile, nella giustizia e la pace, per costruire una patria di fratelli”.







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