2007-10-08 15:18:12

Quattro poliziotti russi uccisi in Cecenia


In Cecenia, si registra un nuovo attacco dei ribelli alle forze di Mosca che controllano la Repubblica caucasica. Quattro poliziotti russi sono rimasti uccisi e dieci sono stati feriti in un’imboscata, avvenuta ieri, ad un convoglio che trasportava funzionari del Ministero dell’interno. Le autovetture sono finite sotto il fuoco di cecchini nel distretto meridionale di Vedeno. I poliziotti appartenevano a un gruppo di rinforzi inviato nell'area, dopo gli scontri con i ribelli di sabato scorso. Ma c’è il rischio che in Cecenia riesploda il confronto armato tra forze filorusse e guerriglia separatista, che negli scorsi anni ha insanguinato la Repubblica? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Fabrizio Dragosei, corrispondente da Mosca per il Corriere della Sera:

R. - Credo di no perché la situazione si sta abbastanza stabilizzando. Questi sono dei colpi di coda che comunque continueranno ad esserci e con i quali dovremmo vivere a lungo. Il problema è forse che il terrorismo si sta oggi spostando negli Stati che confinano con la Cecenia, cioè in Daghestan, in Inguscezia ed anche in Ossezia, zona molto delicata con rapporti anche tra Georgia, Russia, che sono molto tesi. In Cecenia, oggi la vita è abbastanza più tranquilla; naturalmente esistono ancora frange di guerriglieri ed anche frange di terroristi che sicuramente continueranno a colpire.

D. - E’ tramontato ormai definitivamente quell’inizio di negoziati, se non sull’indipendenza, su una autonomia più accentuata della Cecenia?

R. - Direi con i negoziati sicuramente sì. La Cecenia ha una certa autonomia perché Kadyrov, uomo di Mosca, si sta un po’ trasformando, non dico in un uomo di Stato ma comunque in un leader e molta gente in Cecenia è favorevole a lui e lui stesso sta ottenendo, anzi ha già ottenuto, una certa indipendenza per la Repubblica all’interno naturalmente della Federazione russa. Oltre a questo, non credo proprio che la Cecenia potrà andare ma bisogna anche dire che la maggior parte della popolazione vuole soprattutto pace a qualsiasi costo, nel senso che non è più interessata all’autonomia, non vuole più l’indipendenza, vuole semplicemente vivere in pace senza il rischio di essere uccisa dai soldati russi o dalle milizie filorusse, dai guerriglieri indipendentisti o dai terroristi per avere “collaborato con il nemico”.








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