Il quotidiano britannico The Guardian rivela: realizzato, per la prima volta, un cromosoma
sintetico
Il biologo americano Craig Venter sarebbe riuscito a realizzare in laboratorio un
cromosoma sintetico, primo passo verso la possibile creazione di forme di vita artificiali.
A rivelarlo è il quotidiano britannico The Guardian, secondo cui la scoperta
potrebbe essere annunciata ufficialmente nei prossimi giorni, forse già lunedì. Lo
stesso Venter ha dichiarato al Guardian che siamo di fronte “ad un passo filosofico
importante nella storia della nostra specie”, poiché “viene data la possibilità ipotetica
di fare cose che non avevamo mai pensato prima”. Per una prima riflessione su questa
notizia, Sergio Centofanti ha intervistato il genetista Angelo Vescovi:
R. –
Giustappunto faccio una riflessione su un annuncio di un giornale, quindi non ho accesso
ai dati scientifici. Mi sembra una notizia di una discreta rilevanza dal punto di
vista, più che scientifico, tecnico. Nel senso che nei laboratori di tutto il pianeta
si sintetizzano pezzi di materiale genetico e poi si introducono anche in organismi
viventi, ottenendo organismi geneticamente modificati. In questo caso, sono stati
sintetizzati, apparterrebbero a materiale di sintesi, una serie di geni che costituiscono
un organismo noto, che ha un micoplasma, e sono stati assemblati questi geni a formare
una sorta di cromosoma artificiale che, ovviamente, se viene poi inserito nell’organismo
di origine, cui è stato estorto il suo patrimonio genetico, dà origine ad un organismo
geneticamente modificato, che però ha un patrimonio genetico costruito sinteticamente
in laboratorio. E’ un organismo geneticamente modificato di qualcosa che già esisteva,
non è la creazione di un nuovo organismo. Quindi, l’affermazione che filosoficamente
ci sia stato un salto concettuale, non la condivido assolutamente. Così come non condivido
assolutamente il fatto che questo apra finalmente nuove prospettive per fare cose
oggi impensabili. Queste sono esattamente le cose che la comunità scientifica ha pensato
fino ad oggi. C’è un’evoluzione tecnica in più anche molto interessante, che dà accesso
a queste possibilità, ma non è stato scoperto assolutamente niente di nuovo. E’ un’evoluzione
importante, una scoperta importante della ricerca scientifica in ambito strettamente
tecnico, sicuramente non filosofico e sicuramente non è un cambio di prospettiva.
D.
– Pat Mooney direttore di un’organizzazione canadese di bioetica dice che questa scoperta
può dare il suo contributo all’umanità, ad esempio con la creazione di nuovi farmaci,
o costituire una minaccia enorme con armi biologiche...
R.
– Ha detto una cosa assolutamente sensata e pienamente condivisibile da qualunque
essere umano. Si può fare un’analogia con la fissione nucleare che si può utilizzare
per scopi benefici e per produrre energia e si può utilizzare per distruggere e uccidere
centinaia di migliaia di persone. Ho paura però che questo tipo di tecniche, quelle
biotecnologiche, siano molto, molto più potenti. Quindi, ho auspicato anche in recenti
interviste uno sviluppo di questa tecnologia, che trovo assolutamente fondamentale:
cioè, non vedo assolutamente Frankenstein alla porta, ma è importante uno sviluppo,
in parallelo a questi grandi progressi della scienza, di una cultura, di una filosofia
e di una bioetica che riescano a controbilanciare e controllare queste forze rilasciate
e liberate, che sono assolutamente imperscrutabili nelle loro future applicazioni,
ma potentissime.