Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa 27.ma Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il Vangelo in
cui Gesù dice ai discepoli che basta avere fede “quanto un granellino di senapa” per
fare grandi cose. Ma nessun discepolo deve vantare meriti nelle opere della fede,
anche se appaiono meravigliose. Infatti Gesù aggiunge: “Quando avrete
fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto
quanto dovevamo fare”.
Sul significato di questo brano del Vangelo, ascoltiamo
il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla
Pontificia Università Lateranense:
Tutto
quello che fate, fatelo per il Signore e non per gli uomini, esorta San Paolo. Anche
le parole del Vangelo si riferiscono al fare, all’agire. Molti oggi sono presi dal
gran fare e sono in molteplici faccende affaccendati, ma chi lavora per il Signore?
Chi sa di essere preso a servizio da un altro in tutto il suo fare quotidiano? Chi
agisce in quella precisione di coscienza, in quell’esattezza di rapporto, in quella
giustizia di cui Cristo parla per dire in maniera tersa e limpida il rapporto tra
noi e il Signore? Anzi, quell’esattezza piuttosto ci spaventa. Noi, dopo aver fatto
appena qualcosa, esigiamo. Egli ci dice che dopo aver fatto non qualcosa, ma dopo
aver fatto tutto quello che ci è stato ordinato, dobbiamo stimarci come non meritevoli
di nulla. Gesù ci parla di un’esattezza, di una naturalezza della nostra condizione
che non è più evidente per noi, ma coloro che vivono fuori dal servizio giacciono
nella servitù e non solo: il loro agire è vano perché "senza di me voi non potete
fare nulla". Molti passano la vita a fare nulla, sono i fuori servizio.