Il cardinale Martino: legittima la diversità di opzioni dei cristiani in politica,
ma le scelte partitiche non contraddicano la fede
“La Chiesa sa che non le compete di far valere politicamente la sua dottrina, giacché
il suo scopo è servire alla formazione delle coscienze in politica e contribuire a
che cresca la percezione delle vere esigenze della giustizia e la disponibilità ad
agire in conformità ad esse, anche a costo di interessi personali”. Lo ha sottolineato
il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato
Raffaele Martino, aprendo ieri pomeriggio a Salta in Argentina le Giornate di evangelizzazione
della cultura, che – promosse dalla locale Università Cattolica e dalla Pontificia
Università Cattolica Argentina - vogliono essere “uno spazio di incontro, riflessione
e proposta che arricchisca l’identità e la missione degli evangelizzatori”. Il servizio
di Paolo Scappucci:
Trattando
il tema: “L’impegno dei fedeli cristiani laici nella società civile e nella politica”,
il cardinale Martino ha insistito sulla “necessità della dimensione etica della vita
sociale e politica, non come dimensione facoltativa, ma costitutiva, da cui dipende
non solo la qualità della vita delle persone, delle famiglie, delle istituzioni e
dello Stato, ma più radicalmente la loro stessa sopravvivenza”. “Disattendere la
dimensione etica – ha precisato il cardinale Martino – conduce inevitabilmente alla
disumanizzazione della vita e delle istituzioni, trasformando la vita sociale e politica
in una giungla dove impera la legge del più forte”. “Il Magistero sociale della Chiesa
– ha aggiunto il presidente di Giustizia e Pace – non intende dettare leggi ai poteri
pubblici, né dichiararsi a favore di una parte o dell’altra, ma piuttosto salvare
la persona dell’uomo e rinnovare la società umana”.
Secondo
il cardinale Martino, “il cristiano, motivato dalla carità e dalla giustizia, non
può accettare passivamente l’esistenza e il funzionamento delle cosiddette strutture
di peccato, come – ad esempio – lo sfruttamento organizzato dei minori e della prostituzione,
il commercio di armi e il perdurare di guerre e conflitti civili, le operazioni di
pulizia etnica, le legislazioni che favoriscono la discriminazione razziale, la corruzione
politica, il narcotraffico e altre siffatte terribili realtà”. Al riguardo spetta
al cristiano una franca denuncia e una inequivocabile opposizione.
Altra
affermazione del porporato di rilevante attualità: “La fede cristiana mai potrà tradursi
in un’unica collocazione politica; pretendere che un partito o un’opzione politica
coincidano con le esperienze della fede e della vita cristiana sarebbe un pericoloso
equivoco… Una diversità di opzioni sarà sempre legittima, purché si tratti di partiti
o scelte che non contraddicano la fede o i valori cristiani”.
Nella
mattinata il cardinale Martino aveva ricevuto una laurea honoris causa dall’Università
Cattolica di Salta e nella cappella dell’Ateneo aveva presieduto la concelebrazione
di apertura delle Giornate di evangelizzazione della cultura, promosse in collaborazione
con la Pontificia Università Cattolica Argentina.