2007-10-06 12:18:00

Il cardinale Martino: legittima la diversità di opzioni dei cristiani in politica, ma le scelte partitiche non contraddicano la fede


“La Chiesa sa che non le compete di far valere politicamente la sua dottrina, giacché il suo scopo è servire alla formazione delle coscienze in politica e contribuire a che cresca la percezione delle vere esigenze della giustizia e la disponibilità ad agire in conformità ad esse, anche a costo di interessi personali”. Lo ha sottolineato il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, aprendo ieri pomeriggio a Salta in Argentina le Giornate di evangelizzazione della cultura, che – promosse dalla locale Università Cattolica e dalla Pontificia Università Cattolica Argentina - vogliono essere “uno spazio di incontro, riflessione e proposta che arricchisca l’identità e la missione degli evangelizzatori”. Il servizio di Paolo Scappucci: RealAudioMP3


Trattando il tema: “L’impegno dei fedeli cristiani laici nella società civile e nella politica”, il cardinale Martino ha insistito sulla “necessità della dimensione etica della vita sociale e politica, non come dimensione facoltativa, ma costitutiva, da cui dipende non solo la qualità della vita delle persone, delle famiglie, delle istituzioni e dello Stato, ma più radicalmente la loro stessa sopravvivenza”. “Disattendere la dimensione etica – ha precisato il cardinale Martino – conduce inevitabilmente alla disumanizzazione della vita e delle istituzioni, trasformando la vita sociale e politica in una giungla dove impera la legge del più forte”. “Il Magistero sociale della Chiesa – ha aggiunto il presidente di Giustizia e Pace – non intende dettare leggi ai poteri pubblici, né dichiararsi a favore di una parte o dell’altra, ma piuttosto salvare la persona dell’uomo e rinnovare la società umana”.

 
Secondo il cardinale Martino, “il cristiano, motivato dalla carità e dalla giustizia, non può accettare passivamente l’esistenza e il funzionamento delle cosiddette strutture di peccato, come – ad esempio – lo sfruttamento organizzato dei minori e della prostituzione, il commercio di armi e il perdurare di guerre e conflitti civili, le operazioni di pulizia etnica, le legislazioni che favoriscono la discriminazione razziale, la corruzione politica, il narcotraffico e altre siffatte terribili realtà”. Al riguardo spetta al cristiano una franca denuncia e una inequivocabile opposizione.

 
Altra affermazione del porporato di rilevante attualità: “La fede cristiana mai potrà tradursi in un’unica collocazione politica; pretendere che un partito o un’opzione politica coincidano con le esperienze della fede e della vita cristiana sarebbe un pericoloso equivoco… Una diversità di opzioni sarà sempre legittima, purché si tratti di partiti o scelte che non contraddicano la fede o i valori cristiani”.

 
Nella mattinata il cardinale Martino aveva ricevuto una laurea honoris causa dall’Università Cattolica di Salta e nella cappella dell’Ateneo aveva presieduto la concelebrazione di apertura delle Giornate di evangelizzazione della cultura, promosse in collaborazione con la Pontificia Università Cattolica Argentina.







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