2007-10-05 09:12:44

La riunione a Ravenna della Commissione mista cattolica-ortodossa: intervista con il cosegretario cattolico della Commissione.




A partire da lunedì 8 ottobre, fino al lunedì successivo, 15 ottobre, a Ravenna si tiene la 10.ma Assemblea plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra rappresentanti ufficialmente nominati della Chiesa cattolica da un lato e da tutte le Chiesa ortodosse dall’altro. Giovanni Peduto ha intervistato il cosegretario cattolico della Commissione mista, mons. Eleuterio Fortino, che è anche sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani:

D. – Mons. Fortino, l’argomento principale al centro di questo incontro...

R. – Si continua la conversazione iniziata due anni fa a Belgrado sul tema così formulato: “Conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa”. Il tema preciso è: “Comunione ecclesiale, conciliarità e autorità”. A Belgrado, il documento è stato discusso per la gran parte ed è stato considerato il tema dell’autorità nella Chiesa, la conciliarità e la sinodalità della Chiesa a livello locale e a livello regionale. Attualmente si è cominciato a studiare la conciliarità e l’autorità della Chiesa a livello universale. Questo implica lo studio del tema dei Concilii ecumenici come autorità nella Chiesa universale e del ruolo del Vescovo di Roma nella comunione delle Chiese.

D. – Mons. Fortino, a suo parere come procede il dialogo teologico cattolico-ortodosso? Ci sono dei punti particolari su cui si spera un progresso?

R. – Noi speriamo sicuramente di affrontare nella prossima sessione, a carattere generale, l’autorità a livello universale nella Chiesa, perchè occorre, è necessario fare dei progressi. Probabilmente il tema preciso del ruolo del Papa nella Chiesa non sarà esaurito in questa sessione, ma è necessario porre dei presupposti concordati, comuni, per cui si possa discutere il problema. Già nel documento di Valamo, nel 1988, si era detto che è nella prospettiva della comunione tra le Chiese locali che potrebbe essere affrontato il tema del primato nell’insieme della Chiesa, e in particolare quello del primato del Vescovo di Roma. E’ in questa linea e in questa prospettiva che si spera di poter fare dei progressi nella comprensione e negli accordi.

D. – Cosa fare allora per una migliore comprensione reciproca tra cattolici e ortodossi?

R. – Questo dialogo ha sottolineato due aspetti: la dimensione del dialogo della carità e quello teologico, che è proprio della Commissione mista. Il dialogo della carità si è svolto con grande profitto e ha creato le condizioni per progredire anche nel dialogo della verità, nel dialogo teologico. Attualmente, in questo dialogo della carità partecipano molte Chiese locali. Noi leggiamo dalla stampa iniziative che promuovono contatti tra diocesi cattoliche e diocesi ortodosse, fra facoltà teologiche cattoliche e ortodosse. Di recente, nel mese di settembre, si è tenuto a Tinos un incontro tra l’Istituto di spiritualità francescana della Pontificia Università’Antonianum’ e la Facoltà teologica dell’Università Aristotele di Salonicco. La ricerca inoltre che si fa negli istituti teologici specifici e l’insegnamento che avviene nelle facoltà teologiche cattoliche e ortodosse possono dare un grande contributo per l’approfondimento delle relazioni. Quindi, ci sono delle relazioni di fraternità tra le Chiese, come espresso in modo generale, comprendendo anche i protestanti a Sibiu, nella terza Assemblea ecumenica europea, ed in altre iniziative di questo tipo che riguardano i rapporti di fraternità e di aiuto. E all’interno del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani noi abbiamo un comitato cattolico di collaborazione culturale con le Chiese ortodosse, che offre borse di studio ad ortodossi per la specializzazione in facoltà teologiche cattoliche. Anche questo è un aspetto, uno strumento per una migliore comprensione.

D. – Mons. Fortino, una maggiore armonia tra cattolici e ortodossi può favorire il dialogo anche con le Chiese protestanti?

R. – Quando è stato dichiarato aperto il dialogo teologico cattolico-ortodosso nel 1979, quando Papa Giovanni Paolo II ha fatto visita al Patriarcato ecumenico, ed è stata resa nota la Commissione mista, i nomi della Commissione mista cattolico-ortodossa, è stato detto che si sperava che questo dialogo potesse aiutare anche gli altri dialoghi aperti nel mondo fra la Chiesa cattolica ed altre Chiese e comunità ecclesiali, e fra altre Chiese tra di loro in cui non era impegnata la Chiesa cattolica. Io credo che la ragione sia progredire nella visione di un modello di unità fra cattolici e ortodossi che rispetti l’unità nella fede, nei sacramenti e nella organizzazione gerarchica. Questo contribuirà ed influirà almeno sulle esigenze presenti in tutti gli altri dialoghi








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