La legge morale naturale assicura la difesa della dignità dell’uomo contro l’attacco
delle ideologie e del relativismo etico: così il Papa alla Commissione teologica internazionale
“Nessuna legge fatta dagli uomini può sovvertire la norma scritta dal Creatore dell’uomo”:
è uno dei passaggi forti dell’appassionato discorso che Benedetto XVI ha pronunciato,
stamani, nell’udienza ai membri della Commissione teologica internazionale, in occasione
della sessione plenaria dell’organismo vaticano. Un intervento, quello del Pontefice,
tutto incentrato sul contenuto etico della fede cristiana e sul valore della legge
naturale, vero baluardo contro la tendenza al relativismo etico così forte nel mondo
di oggi. L’indirizzo di saluto al Papa è stato rivolto dal presidente della Commissione,
il cardinale William Joseph Levada. Il servizio di Alessandro Gisotti:
L’etica
universale, è il richiamo di Benedetto XVI, appartiene “al grande patrimonio della
sapienza umana”, che “in qualche modo costituisce una partecipazione della creatura
razionale alla legge eterna di Dio”. Il Papa ribadisce che la dottrina sulla legge
morale “viene illuminata e sviluppata in pienezza alla luce della Rivelazione cristiana”.
Quindi, indica le due finalità essenziali di questa dottrina:
"Da
una parte, si comprende che il contenuto etico della fede cristiana non costituisce
un'imposizione dettata dall’esterno alla coscienza dell'uomo, ma una norma che ha
il suo fondamento nella stessa natura umana; dall'altra, partendo dalla legge naturale
di per sé accessibile ad ogni creatura razionale, si pone con essa la base per entrare
in dialogo con tutti gli uomini di buona volontà e, più in generale, con la società
civile e secolare".
Tuttavia, è la riflessione del Papa, “a motivo
dell'influsso di fattori di ordine culturale e ideologico, la società civile e secolare
oggi si trova in una situazione di smarrimento e di confusione”. Anzi, rileva, “si
è perduta l'evidenza originaria dei fondamenti dell'essere umano e del suo agire etico
e la dottrina della legge morale naturale si scontra con altre concezioni che ne sono
la diretta negazione” con “gravi conseguenze nell'ordine civile e sociale”. Ancora,
costata, “presso non pochi pensatori sembra oggi dominare una concezione positivista
del diritto” secondo cui la società, “o di fatto la maggioranza dei cittadini, diventa
la fonte ultima della legge civile”:
"Il problema che si pone non è
quindi la ricerca del bene, ma quella del potere, o piuttosto dell'equilibrio dei
poteri. Alla radice di questa tendenza vi è il relativismo etico, in cui alcuni vedono
addirittura una delle condizioni principali della democrazia, perché il relativismo
garantirebbe la tolleranza e il rispetto reciproco delle persone. Ma se fosse così,
la maggioranza di un momento diventerebbe l’ultima fonte del diritto. La storia dimostra
con grande chiarezza che le maggioranze possono sbagliare".
In realtà,
prosegue Benedetto XVI, “la vera razionalità non è garantita dal consenso di un gran
numero, ma solo dalla trasparenza della ragione umana alla Ragione creatrice e dall’ascolto
comune di questa Fonte della nostra razionalità”. Parole corredate da un richiamo,
al quale, ha detto il Papa, “nessuno può sottrarsi”: "Quando
sono in gioco le esigenze fondamentali della dignità della persona umana, della sua
vita, dell'istituzione familiare, dell'equità dell'ordinamento sociale, cioè i diritti
fondamentali dell'uomo, nessuna legge fatta dagli uomini può sovvertire la norma scritta
dal Creatore nel cuore dell'uomo, senza che la società stessa venga drammaticamente
colpita in ciò che costituisce la sua base irrinunciabile".
La legge
naturale, spiega ancora, “diventa così la vera garanzia offerta ad ognuno per vivere
libero e rispettato nella sua dignità, e difeso da ogni manipolazione ideologica e
da ogni arbitrio e sopruso del più forte”. E, ancora, il Papa chiama a raccolta tutti
gli uomini di buona volontà per difendere “il valore inalienabile della legge morale
naturale” intaccata dal relativismo:
"Se per
un tragico oscuramento della coscienza collettiva, lo scetticismo e il relativismo
etico giungessero a cancellare i principi fondamentali della legge morale naturale,
lo stesso ordinamento democratico sarebbe ferito radicalmente nelle sue fondamenta.
Contro questo oscuramento, che è crisi della civiltà umana, prima ancora che cristiana,
occorre mobilitare tutte le coscienze degli uomini di buona volontà, laici o anche
appartenenti a religioni diverse dal cristianesimo". Dal rispetto
della legge morale naturale, è stato il richiamo di Benedetto XVI, dipende infatti
“l’avanzamento dei singoli e della società sulla strada dell’autentico progresso in
conformità con la retta ragione, che è partecipazione alla Ragione eterna di Dio”.
Il Papa non ha mancato di ringraziare i teologi della Commissione per il lavoro svolto,
ricordando la recente pubblicazione del documento dal titolo “La speranza della salvezza
per i bambini che muoiono senza battesimo”. Un documento, è l’auspicio del Pontefice,
che potrà costituire “un aiuto e una sorgente di consolazione per i fedeli che hanno
sofferto nelle loro famiglie la morte inattesa di un bambino prima che ricevesse il
lavacro della rigenerazione”.