2007-10-04 12:44:47

Lo studio delle galassie al centro della Conferenza internazionale promossa a Roma dalla Specola Vaticana


Si conclude domani a Roma, presso il Centro Matteo Ricci, la Conferenza internazionale promossa dalla Specola Vaticana sul tema della formazione ed evoluzione dei dischi galattici. Partecipano al convegno 210 astronomi, provenienti da tutto il mondo. Il convegno si svolge in coincidenza con uno storico evento: proprio oggi ricorre il 50.mo anniversario del lancio del primo satellite artificiale nello spazio, lo Sputnik. Ma cosa è emerso finora dalla Conferenza? Giovanni Peduto lo ha chiesto al direttore della Specola Vaticana, padre José Funes:RealAudioMP3


R. – Nell’astronomia attuale, in questi ultimi anni, si discutono tre temi di ricerca astronomica: la formazione dei pianeti, la formazione delle stelle e la formazione delle galassie. La Specola Vaticana è coinvolta su questi tre fronti della ricerca astronomica. Nell'universo ci sono tre tipi di galassie: le galassie ellittiche che sono simili ad una palla di rugby; le galassie a disco che, per dirlo in poche parole, sembrano un uovo fritto, e le galassie regolari che non hanno una forma particolare. Ora, uno dei risultati più importanti emersi è come crescono le galassie, come si formano questi dischi, come aumentano in diametro per esempio. Adesso abbiamo la possibilità di osservare attraverso i telescopi spaziali, per esempio “Galex” che è della NASA e permette di osservare la luce ultravioletta e questo è uno dei principali risultati che si discutono in questi giorni. Prima potevamo solo osservare con i telescopi quello che si chiama la “luce visibile”, quella luce che i nostri occhi possono vedere. Con i radiotelescopi abbiamo un’immagine più completa delle galassie.

 
D. - Ancora oggi nascono nuove galassie?

 
R. – Diciamo che le galassie, nel presente dell’universo, continuano, alcune di loro, a formare stelle perché le stelle sono formate dal gas e dalla polvere che c’è nelle galassie. A questo punto l’universo forma meno stelle che miliardi di anni fa. Le galassie più lontane, che noi vediamo quando erano più giovani, si mostrano come si formano ed evolvono.

 
D. - La nostra galassia si chiama Via Lattea: cosa ne sappiamo?

 
R. – Ne sappiamo parecchio: sappiamo che la Via Lattea è parte di un gruppo di galassie locali, che questo gruppo è composto più o meno da 40 galassie. Ci sono delle galassie piccole che sono satelliti della nostra galassia e queste piccole galassie contribuiscono a formare la nostra, sono, per dire a parole semplici, inghiottite dalla nostra. Sappiamo anche per esempio che la galassia Andromeda che è molto simile alla nostra, possiamo dire è sorella della nostra Via Lattea, è a spirale ed è la galassia a spirale più vicina: si trova a due milioni di anni luce da noi.

 
D - Qual è la galassia più lontana?

 
R. – E’ difficile dirlo perché ogni volta ne viene scoperta una più lontana ma ci sono delle galassie che si possono osservare a 12, 13 miliardi di anni luce così che noi vediamo la luce di quella galassie giungerci dopo 12 miliardi di anni.

 
D. - Di fronte all’immensità dello spazio quali riflessioni sorgono?

 
R. – Sappiamo che questo universo è fatto da 100 miliardi di galassie; ciascuna di queste galassie è fatta da miliardi di stelle ed è probabile che queste stelle abbiano dei pianeti come il nostro sistema solare. Questo universo così immenso, così grande, ci fa rendere conto della nostra fragilità e quanto sia piccola la nostra Terra. Questo dovrebbe spingerci un po’ a riflettere sulla nostra piccola Terra, ed essere, come diceva Papa Benedetto XVI in queste ultime settimane, più responsabili nell'utilizzo delle risorse della Terra, non essere egoisti e pensare alle prossime generazioni.







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