La Chiesa non ha mire di potere, ma chiede solo di servire l’uomo ispirandosi all’esempio
di Gesù: così, Benedetto XVI al nuovo ambasciatore italiano presso la Santa Sede
La Chiesa non chiede privilegi, ma solo di poter svolgere liberamente la sua missione
per il bene di tutti gli italiani: è quanto sottolineato da Benedetto XVI nell’udienza
di stamani al nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi
ricevuto in Vaticano in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Il
Papa ha messo l’accento sulla fruttuosa collaborazione tra la Santa Sede e lo Stato
italiano per la promozione del bene dell’intera comunità nazionale. Quindi, ha esortato
l’Italia a proseguire, in campo internazionale, nell’impegno per la pace e la difesa
dei diritti umani. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Fedele
ai principi che ne hanno ispirato il cammino nel passato”, l’Italia “sappia anche
in questo tempo segnato da vasti e profondi mutamenti, continuare ad avanzare sulla
via dell’autentico progresso”: è l’augurio e al tempo stesso la viva esortazione di
Benedetto XVI al popolo italiano, nell’udienza all’ambasciatore Zanardi Landi. Il
Papa ha invitato l’Italia a dare un contributo alla Comunità internazionale “promuovendo
quei valori umani e cristiani, che costituiscono un irrinunciabile patrimonio ideale
e che hanno dato vita alla sua cultura e alla sua storia civile e religiosa”. Quindi,
si è soffermato sul ruolo della Chiesa nella società italiana:
"La
Chiesa cattolica non cesserà di offrire alla società civile, come già in passato,
il suo apporto specifico, promuovendo ed elevando quello che di vero, buono e bello
si trova in essa, illuminando tutti i settori dell’attività umana con i mezzi che
sono conformi al Vangelo e in armonia con il bene di tutti, secondo la diversità dei
tempi e delle situazioni". Riecheggiando poi la Gaudium
et Spes, il Pontefice ha ribadito che la comunità politica e la Chiesa sono "indipendenti
e autonome”, ma tutte e due, seppur a titolo diverso, “sono a servizio della vocazione
personale e sociale delle stesse persone umane”. Nell’Accordo del 1984 che ha modificato
il Concordato Lateranense, è stata la riflessione del Papa, vengono riaffermate “sia
l’indipendenza e la sovranità dello Stato, sia la reciproca collaborazione per la
promozione dell’uomo e del bene dell’intera comunità nazionale”: "Nel
perseguire tale obbiettivo, la Chiesa non si propone mire di potere, né pretende privilegi
o aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale. Suo solo scopo è servire l’uomo,
ispirandosi, come norma suprema di condotta, alle parole e all’esempio di Gesù Cristo
che 'passò beneficando e risanando tutti' (At 10,38). Pertanto, la Chiesa cattolica
chiede di essere considerata per la sua specifica natura e di poter svolgere liberamente
la sua peculiare missione per il bene non solo dei propri fedeli, ma di tutti gli
Italiani". La Chiesa, ha detto ancora il Papa riprendendo
il suo discorso al Convegno ecclesiale di Verona, “non è e non intende essere un agente
politico”. D’altra parte, la Chiesa “contribuisce a far sì che ciò che è giusto possa
essere efficacemente riconosciuto e poi anche realizzato”. Ha così auspicato la collaborazione
tra tutte le componenti della nazione italiana non solo per custodire gelosamente
“l’eredità culturale e spirituale che la contraddistingue”, ma ancor più per ricercare
“vie nuove per affrontare in modo adeguato le grandi sfide” dell’epoca post-moderna: "Tra
queste, mi limito a citare la difesa della vita dell’uomo in ogni sua fase, la tutela
di tutti i diritti della persona e della famiglia, la costruzione di un mondo solidale,
il rispetto del creato, il dialogo interculturale e interreligioso". Benedetto
XVI si è poi soffermato sul ruolo dell’Italia nel mondo. Molto resta da fare per conseguire
la promozione di un umanesimo integrale, ha detto il Papa. Per questo, ha aggiunto,
il 60.mo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo che cade il prossimo
anno, potrà costituire un’utile occasione per l’Italia di “offrire il proprio apporto
alla creazione, in campo internazionale, di un giusto ordine al cui centro ci sia
sempre il rispetto per l’uomo, per la sua dignità e per i suoi inalienabili diritti”:
"L’Italia,
in virtù della sua recente elezione quale membro del Consiglio per i Diritti Umani
e ancor più per la sua peculiare tradizione di umanità e generosità, non può non sentirsi
impegnata in un’opera infaticabile di costruzione della pace e di difesa della dignità
della persona umana e di tutti i suoi inalienabili diritti, compreso quello della
libertà religiosa". Nel giorno in cui l’Italia festeggia
il suo Patrono, Francesco d’Assisi, Benedetto XVI non ha poi mancato di sottolineare
il legame tutto particolare che unisce l’Italia al Successore di Pietro, il quale,
ha rilevato, “ha la sua sede proprio nell’ambito di questo Paese, non senza un misterioso
e provvidenziale disegno di Dio”. Dal canto suo, l’ambasciatore italiano ha messo
l’accento sull’intima “compenetrazione” che nei secoli si è realizzata tra la Chiesa
e la crescita del popolo italiano. Quindi, ha sottolineato le significative convergenze
tra Stato italiano e Santa Sede nella politica internazionale a partire dall’impegno
per la difesa della pace. “Non solo i cattolici – ha concluso il diplomatico - ma
anche i seguaci di altri credi religiosi, i laici e gli agnostici” hanno ancora bisogno
del magistero della Chiesa e del messaggio che viene dal Successore di Pietro.
Il
nuovo ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, è nato ad
Udine il 24 maggio 1950. È sposato ed ha tre figli. Laureato in Giurisprudenza, ha
frequentato l'Ecole Nationale d'Administration di Parigi. Intrapresa la carriera diplomatica
nel 1978, è stato, tra i numerosi incarichi rivestiti, console a Teheran, consigliere
e ministro consigliere dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede (1992-1996),
ambasciatore a Belgrado (2004-2006) e, fino al conferimento di questo incarico, vice-segretario
generale del Ministero degli affari esteri (2006-2007).