In Libano il cardinale Sfeir torna ad invocare l'unità del Paese
La discussione sui candidati a presidente della Repubblica o sulle qualità del prossimo
capo dello Stato “non produce alcun risultato”. E’ il giudizio espresso oggi dai vescovi
maroniti al termine del loro incontro mensile. Nella dichiarazione ripresa dall'Agenzia
AsiaNews, si afferma anche che “è ora che il centro di Beirut sia liberato”, riferendosi
al sit-in organizzato da 10 mesi dall’opposizione. Della elezione del capo dello Stato,
momento cruciale per il futuro del Paese, aveva parlato ieri, il patriarca maronita,
card. Nasrallah Sfeir. Ricevendo un gruppo di studenti della coalizione della maggioranza,
il “14 marzo” aveva auspicato che il prossimo presidente “possa sollevare il Paese,
che sia gradito da tutti i libanesi e che sappia unire tutto il popolo libanese, senza
alcuna discriminazione”. Dopo un accenno alle “interferenze” in atto sulla elezione
presidenziale, il patriarca ha aggiunto che si tratta di un compito difficile, ma
“se arriveremo ad adottare posizioni ferme e ad essere coscienti delle nostre responsabilità,
le difficoltà saranno facili da superare”. Già domenica il card. Sfeir, aveva espresso
l’auspicio “che si arrivi ad un accordo su un presidente che possa unire i libanesi,
senza distinzione per la loro religione, gruppo o appartenenza politica”. “Io spero
– aveva aggiunto – che il popolo libanese si renda conto di quanto è critica la situazione
per il suo Paese e voglia essere unito per salvarla e restituirle la sua posizione
nel mondo”. (R.P.)