Ecuador: alle elezioni per la Costituente in testa il movimento del presidente Correa
Saranno resi noti entro il 20 ottobre, in Ecuador, i risultati ufficiali delle votazioni
di domenica scorsa. I cittadini sono stati chiamati alle urne per eleggere i 130 membri
dell’Assemblea Costituente che dovranno ridisegnare l’architettura costituzionale.
Secondo indiscrezioni su sondaggi ed exit-poll, il movimento del presidente Rafael
Correa avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta. Il servizio di Luis Badilla:
La Costituente
si insedierà il 31 ottobre e avrà 180 giorni - con la possibilità di una proroga di
altri 60 - per dare al Paese una nuova Carta Costituzionale che dovrà essere poi sottoposta
a referendum popolare. Il presidente Rafael Correa ha anticipato che chiederà alla
Costituente di decidere sulla sua permanenza alla presidenza del Paese; lunedì scorso,
Correa ha anche dichiarato di voler sciogliere il Congresso, dove tra l’altro, il
suo movimento non ha nessun rappresentante. “Se il referendum approva la nuova Costituzione
– ha detto Correa – convocherò nuove elezioni per tutte le cariche, inclusa la mia,
per ripartire con una legittimità democratica concorde con le nuove regole”.
All’opinione
pubblica ecuadoriana e alla stampa non è passata inosservata la somiglianza molto
stretta tra il percorso che sta disegnando Correa e quello, anni fa, del presidente
venezuelano Hugo Chávez. E proprio su questa affinità i giornalisti, durante la conferenza
stampa di lunedì, hanno rivolto al presidente diverse domande. “Qui non ci sono somiglianze
con la Bolivia e con il Venezuela – ha precisato Correa – poiché stiamo parlando della
Costituzione del popolo ecuadoriano abbiamo accolto il verdetto delle urne con molta
umiltà. E’ la vittoria di tutto il popolo ed è anche una vittoria inedita che riguarda
l’intera America Latina”. Il presidente ha aggiunto che “sono scomparsi i vecchi partiti
che per anni hanno ostacolato la crescita del Paese”.
L’unico
partito che pare abbia resistito è la “Società patriottica” dell’ex presidente destituito
nel 2005, Lucio Gutiérrez, capeggiato dal fratello Gilmar Gutiérrez. Questo movimento
potrebbe avere ottenuto tra i 20–25 seggi. Il varo di una nuova Costituzione era uno
dei punti fondamentali del programma di Correa. Il referendum che ha approvato la
convocazione dell’Assemblea Costituente si è svolto ad aprile ed ha fatto registrare
un numero elevato di astenuti tra i votanti all’estero, inclusi i 100 mila immigrati
in Italia. La campagna elettorale è stata la più costosa nella storia dell’Ecuador.
Il governo di Rafael Correa ha messo a disposizione 30 milioni di dollari perché i
cittadini potessero scegliere tra 3.224 candidati i 130 membri dell’Assemblea Costituente.
Le liste erano 497 e la campagna elettorale ha polarizzato ancora di più il Paese.
Tra gli sconfitti, il più penalizzato è stato l’ex presidente Alvaro Noboa.