Appello della Santa Sede per il bando totale dei test nucleari
La comunità internazionale ha il dovere di bandire gli esperimenti nucleari. E’ quanto
ha affermato mons. Michael Banach, intervenendo in questi giorni a Vienna come rappresentante
della Santa Sede alla V Conferenza per facilitare l’entrata in vigore del Trattato
sull’Interdizione Globale degli Esperimenti Nucleari (CTBT). Il servizio di Sergio
Centofanti: Al
Trattato CTBT, siglato nel 1996, aderiscono 177 Paesi, ma solo in 140 l’hanno ratificato.
All’appello mancano Paesi come gli Stati Uniti, la Cina, l’India, il Pakistan, l’Iran
e la Corea del Nord. L’entrata in vigore del Trattato – ha sottolineato mons. Banach
– è quanto mai urgente e necessario nell’attuale contesto “caratterizzato dalla minaccia
del terrorismo e dalle crisi nelle relazioni internazionali”. “In questa prospettiva
le misure adottate per combattere il terrorismo nucleare e, più in generale, gli strumenti
nazionali e internazionali per impedire alle organizzazioni criminali e ad altri
attori non-statali di possedere armi di distruzione di massa devono essere i benvenuti”.
Inoltre, “gli Stati – ha aggiunto il delegato vaticano – devono riprendere il processo
del disarmo nucleare. Un rinnovato impegno degli Stati a implementare il Trattato
di Non-Proliferazione delle Armi Nucleari del 1968 e la dichiarazione di un bando
generale dei test nucleari sembrano perciò necessari”.
Per
mons. Banach “i test nucleari sono dettati dal desiderio di sviluppare armi sempre
più sofisticate e pericolose. Sono perciò indicativi di una ‘cultura di guerra e di
morte’ che mette a rischio non solo la pace, ma – data la natura particolarmente distruttiva
delle armi nucleari - l’esistenza stessa della famiglia umana. Talvolta gli Stati
giustificano i test nucleari appellandosi alle esigenze di sicurezza e protezione
dei popoli”: Ma “questo argomento non riesce a convincere” – sottolinea il delegato
vaticano: “infatti conduce alla proliferazione di armi, che, data la loro capacità
distruttiva, sono in grado di eliminare gli stessi popoli che dicono di proteggere
e difendere”.
Altre volte – ha proseguito mons.
Banach – “gli Stati giustificano i test nucleari col fatto che cercano di sviluppare
armi ‘intelligenti’ o ‘pulite’ , cioè armi nucleari i cui effetti meccanici, termici
e radioattivi sono limitati”. Ma anche questo argomento non convince – secondo il
rappresentante della Santa Sede: “infatti tutte le armi nucleari hanno indiscriminati
effetti radioattivi, che sono dannosi per la vita e la salute degli esseri umani e
per l’ambiente”.
“La dichiarazione di un bando generale
sui test nucleari – ha affermato – è perciò un dovere della comunità internazionale
verso tutti i popoli”. “La Santa Sede – ha concluso mons. Banach – approva l’uso della
tecnologia nucleare per scopi pacifici”, ma nello stesso tempo sottolinea che la sicurezza
di questi programmi “dipendono da due necessarie condizioni: l’abbandono di progetti
nucleari ostili e il bando generale dei test nucleari”.