Un kamikaze in Pakistan uccide 14 persone - In Afghanistan morti 11 poliziotti attaccati
da talebani - Scontro a fuoco a nordest di Gaza City: uccisi due militanti palestinesi
In Pakistan, l’esplosione di un kamikaze ha ucciso almeno 14 persone tra cui 4 poliziotti
nella cittadina di Bannu. L’uomo che si è fatto esplodere indossava un burqa femminile.
Intanto migliaia di avvocati pakistani sono scesi in piazza a Lahore, a Karachi e
in altre città del Paese, per protestare di nuovo contro il nulla osta della Corte
suprema alla candidatura di Musharraf per un nuovo mandato come presidente. La stessa
Corte ha firmato un decreto di sospensione del capo della polizia e del sindaco di
Islamabad per aver ordinato un uso eccessivo della forza contro i manifestanti sabato:
oltre 60 persone, fra cui 20 giornalisti, erano rimaste ferite. Oggi i manifestanti
hanno sfilato per le strade di Lahore facendo sventolare bandiere nere.
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Un gruppo di talebani ha assaltato un convoglio del governo afghano uccidendo 11 poliziotti.
E’ accaduto nella provincia di Ghazni, a sudovest di Kabul. Intanto le forze della
NATO in Afghanistan hanno preannunciato una nuova operazione offensiva contro le ''diverse
decine di talebani'' rifugiate nella valle del Baluchistan, nella provincia di Uruzgan.
In un’intervista con l'emittente radiofonica BNR, il colonnello olandese, Nico Geerts,
ha precisato che l'offensiva avverrà nel quadro di una più ampia operazione lanciata
in tutta la provincia e smentito che le forze nemiche siano diverse migliaia. Lo scorso
giugno, i militari olandesi affiancati dalle nuove forze afghane avevano combattuto
un’aspra battaglia contro i talebani rifugiati nella valle.
- Soldati israeliani
hanno ucciso due militanti palestinesi in uno scontro a fuoco avvenuto a nordest di
Gaza City, nei pressi del confine con lo Stato ebraico. Secondo quanto riferito da
un portavoce militare israeliano, sono stati i due militanti delle Brigate Ezzedim
al Qassam, braccio armato di Hamas, ad aprire per primi il fuoco contro i soldati,
lanciando contro di loro anche bombe a mano.
- Sembra certo che sarà il partito
del presidente ecuadoriano Rafael Correa ad avere la maggioranza nell'Assemblea Costituente.
9 milioni di cittadini del Paese andino hanno espresso la propria preferenza in una
consultazione voluta dal presidente socialista per la creazione di un'assemblea che
nei prossimi 6 mesi riscriverà la Costituzione. Nell'Assemblea siedono 130 deputati:
24 eletti a livello nazionale, 100 provenienti dalle circoscrizioni regionali e 6
designati dagli ecuadoriani residenti all'estero. Per i risultati ufficiali bisognerà
attendere il lungo conteggio delle schede cosiddette "lenzuola elettorali", sulle
quali comparivano 3229 candidati e 497 simboli di partito. I principi costituzionali
difesi da "Movimento Paese", il partito di Correa, si ispirano al modello socialista
boliviano di Evo Morales e venezuelano del presidente Hugo Chavez, il quale si è già
congratulato con Correa. Una maggior presenza dunque dello Stato nell'economia, che
si vuole non di mercato ma solidale. Ma l'opposizione teme che Correa intenda usare
l'Assemblea per sciogliere il parlamento.
- Le forze dell'Unione Africana in
Darfur vittime di un attacco di gruppi ribelli. Almeno 10 i morti, una decina di feriti.
Ma risultano disperse circa 40 persone. E' successo sabato, nella base di Haskanita,
nel sud della regione occidentale sudanese. Ma la notizia è stata diffusa solo ieri.
Si tratta del bilancio più pesante da quando, in maggio 2004, l'Unione Africana ha
dispiegato un contingente di 7.000 uomini per controllare la situazione nella regione
martoriata dalla guerra civile. L'attacco arriva alla vigilia di una tavola rotonda
che riunisce gli ex-leader di vari Paesi per contribuire al processo di pace. Fra
loro l'ex presidente USA Jimmy Carter e Desmond Tutu, Nobel per la Pace, arcivescovo
emerito di Città del Capo: "Ci consideriamo vecchi saggi del villaggio globale", ha
detto. "La gravità della crisi in Darfur ci porta ad essere qui ora". L'attacco alle
base dei peacekeepers africani è un segnale particolarmente negativo in vista dei
negoziati di pace voluti dall'Unione Africana e dalle Nazioni Unite, che cominceranno
il 27 ottobre a Tripoli, in Libia. Dal 2003 in Darfur si consuma un conflitto inter-etnico
costato la vita a oltre 200 mila persone, secondo le stime degli osservatori internazionali.
Due milioni e mezzo i rifugiati.
- Otto militari yemeniti risultano dispersi
dopo l'eruzione del vulcano a Jabal al-Tair, una piccola isola disabitata del Mar
Rosso a 80 miglia (circa 140 chilometri) dal porto di Houdieda. E' quanto riferisce
l'agenzia statale, precisando che unità della Marina sono state inviate ieri notte
sull'isola per evacuare le truppe del presidio militare. La ripresa dell'attività
del vulcano era stata segnalata venerdì scorso, subito dopo un leggero sisma di magnitudo
3.7 della scala Richter che aveva scosso l'isolotto montagnoso, provocando degli smottamenti.
A partecipare alle operazioni di soccorso è anche una fregata canadese, la HMCS Toronto,
in navigazione verso il Canale di Suez quando ha ricevuto una richiesta di aiuto dalle
autorità yemenite.
- In Turchia 13 persone sono rimaste uccise e 2 ferite in
un'imboscata ieri. Le autorità di Ankara attribuiscono l'attacco al Partito dei lavoratori
del Kurdistan che, dal 1984, lotta per l'autodeterminazione del Kurdistan turco. L'assalto
ha avuto come obiettivo un minibus che trasportava civili e alcuni cosiddetti "guardiani
di villaggio". Si tratta di una milizia curda armata e addestrata da Ankara per assicurare
la protezione dei centri abitati del sud-est dell'Anatolia, soggetti alle azioni armate
del PKK. Secondo la Turchia i combattenti curdi hanno le loro retrovie nel Kurdistan
iracheno, per questo gli emissari di Ankara hanno convinto il governo iracheno a firmare
un accordo per la lotta comune contro i campi dei ribelli curdi in Iraq. L'intesa,
che è stata firmata venerdì scorso, non prevede, come invece sperava il governo turco,
la possibilità per il suo esercito di inseguire i ribelli curdi in Iraq. E oggi è
giunta la dichiarazione del capo delle forze armate in Turchia: il generale Staff
ha sottolineato che stabilire uno Stato curdo indipendente nel nord Iraq porrebbe
rischi per la Turchia sia sul piano politico che su quello della sicurezza.
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Garry Kasparov candidato dell'opposizione liberale alle presidenziali russe 2008.
L'ex campione del mondo di scacchi scenderà in lizza per la successione a Vladimir
Putin. Kasparov ha superato di larga misura gli altri 5 candidati alle primarie del
movimento L'Altra Russia: "Lo scopo de L'Altra Russia", ha detto, "non è vincere
l'elezione, ma esserci. Stiamo cercando di forzare il regime ad accettare il nostro
diritto a partecipare ad elezioni libere e trasparenti". Ma il cammino di Kasparov,
leader storico delle marce del dissenso, regolarmente represse dalle forze dell'ordine,
non sarà facile anche all'interno dell'opposizione. Che si presenta come una galassia
frammentata e litigiosa, anche al congresso del partito. Il primo dei non votati de
L'Altra Russia è l'ex premier Mikhail Kassianov che promette di presentarsi comunque.
E poi ci sono i nazional-bolscevichi di Eduard Limonov che, dall'interno, accusano
i militanti di Kasparov di essere al soldo degli USA di Bush. Le presidenziali si
terranno in marzo dell'anno prossimo. Il 2 dicembre le legislative. La campagna elettorale
si è ufficialmente aperta il 5 settembre.
- La sfida è lanciata: David Cameron
si sente pronto alle elezioni anche ora, nonostante i sondaggi decisamente sfavorevoli.
Il leader dei conservatori britannici ha parlato poco prima dell'apertura del congresso
del suo partito, a Blackpool: dopodomani Cameron si presenterà davanti alla sua platea.
Il partito presenta le sue proposte, che vanno dalle esenzioni fiscali per l'acquisto
della prima casa di valore inferiore alle 250.000 sterline, agli aiuti per la famiglia,
alla tassa ecologica per le compagnie aeree che non riempiono abbastanza i loro aerei,
ai tagli degli aiuti per i disoccupati che rifiutino i lavori proposti. A pensare
alle elezioni anticipate, secondo la stampa britannica, è il premier, il laburista
Gordon Brown: perché gode di notevole popolarità, in questa fase, e nei sondaggi è
largamente in testa, fino a undici punti in più rispetto al rivale. Brown, secondo
la stampa, potrebbe decidere proprio in questi giorni di indire le elezioni.
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In Belgio rinascono le speranze di formare un governo dopo che il cristiano-democratico
fiammingo Yves Leterme è stato incaricato nel week-end dal re Alberto II di riprovare
a creare un esecutivo, mentre lo spettro della scissione fra fiamminghi e walloni
continua ad aleggiare. E' il secondo tentativo di Leterme, che ha vinto le elezioni
nelle regioni fiamminghe ma non è stato in grado finora di formare la prevista coalizione
con i liberali, anche a causa della tensione fra i partiti francofoni e quelli fiamminghi.
Leterme è ritenuto portatore di un progetto di riforma delle istituzioni in senso
autonomista, che secondo i walloni è un passo in più verso l'implosione del Paese.
Ora alcuni sono convinti che il dialogo abbia fatto qualche progresso. Uno di questi
è il ministro dell'Economia e del lavoro della regione di Bruxelles Benoit Cerehxe:
"Fra i partner si è instaurato un clima di fiducia in particolare grazie all'incarico
esplorativo attribuito a Van Rompuy e dunque se Leterme torna oggi significa che è
pronto a lavorare nel quadro delle convergenze che sono state stabilite fra i due
partner". C'è però chi non condivide neanche questo cauto ottimismo, come la socialista
Laurette Onkelinx: "Viviamo in un momento di opacità politica. Nessuno ci dice nulla.
I negoziati vengono condotti in segreto. I cittadini non hanno alcuna informazione.
Tutto ciò a mio avviso è grave in una democrazia". Nell'attesa, 112 giorni dopo le
politiche, il Belgio resta ancora senza governo. E l'esecutivo uscente di Guy Verofstadt
continua a gestire gli affari correnti.
- E’ morto in seguito ad un attacco
cardiaco Milan Jelic, presidente della Repubblica Serba di Bosnia. Aveva 51 anni.
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E sono stati fatti sette arresti per l’esplosione sabato scorso nelle Maldive. Almeno
dodici turisti sono rimasti feriti nell’esplosione di una bomba, di fabbricazione
artigianale al Sultan Park, all'esterno della principale moschea della capitale Malè.
Almeno 8 dei feriti sono cinesi, due sarebbero britannici e un altro giapponese. Non
si conosce ancora la nazionalità dell'ultimo turista ferito. Non sembra ci siano italiani
coinvolti.
- Con l'obiettivo realistico della moratoria “ci sono le condizioni
perché l'Assemblea generale si esprima contro la pena di morte” ha detto il ministro
degli Esteri Massimo D'Alema alla riunione organizzata da Italia e Portogallo all'ONU
sulla pena capitale. Sul fronte della pena di morte le opinioni pubbliche vogliono
risultati concreti: “Sarebbe un errore perdere questa opportunità”, ha detto Massimo
D'Alema che ha co-presieduto la riunione con il collega portoghese Luis Amado.
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Il presidente della Corea del Sud, Roh Moo-hyun, ha detto che nel secondo summit che
si terrà domani tra i leader delle due Coree premerà per ottenere pace e un eventuale
taglio di armamenti che caratterizzano il confine tra i due Paesi. Domani Roh Moo-hyun
con una delegazione al seguito si recherà da Seoul a Pyongyang per un colloquio con
il leader della Corea del nord Kim Jong-il. (Panoramica internazionale a cura di
Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale
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