2007-10-01 13:33:12

Santa Teresa di Lisieux insegni ai cristiani a essere missionari nei luoghi in cui vivono: lettera di Benedetto XVI al cardinale Dias a 80 anni dalla proclamazione della Santa Patrona delle missioni


Ogni cristiano sia “missionario là dove vive” così come lo fu Santa Teresa di Lisieux, la quale pur “non avendo mai lasciato il Carmelo”, visse “a suo modo un autentico spirito missionario”, donando al mondo “una nuova via spirituale” e favorendo la nascita di vocazioni. E’ quanto scrive Benedetto XVI in una lettera indirizzata al cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in occasione dell’Anno della Missione in Francia e dell’80.mo della proclamazione di Santa Teresa di Lisieux a Patrona delle Missioni, insieme con San Francesco Saverio. Il primo ottobre è il giorno della memoria liturgica di Santa Teresa di Gesù Bambino, che morì a soli 24 anni lasciando una testimonianza di radicale amore a Cristo e alla Chiesa. Alessandro De Carolis ha chiesto a suor Teresa, della comunità delle Suore Carmelitane di Santa Teresa di Roma, in cosa consista la “piccola via” della monaca francese, vissuta alla fine dell’Ottocento:RealAudioMP3


R. - La vocazione di Teresa è essere sposa di Gesù. Lo ha fatto a tutto campo e a tempo pieno. Nell’essere sposa di Gesù, lei voleva diventare madre di anime ed infatti dice, in sostanza: vorrei avere la vocazione di dottore, di profeta, la vocazione di apostolo... Contemporaneamente, sente tutta la sua pochezza, capisce di non riuscire a raggiungere questi suoi grandi ideali. Allora, la particolarità consiste in quello che lei chiama “ascensore”: si butta fra le braccia di Gesù e lì scopre che l’amore - come Papa Benedetto dice nella Deus caritas est - racchiude tutte le vocazioni, e lei si esprime, nel cuore della Chiesa: “Io sarò l’amore, così sarò tutto: sarò dottore, apostolo, martire...”, raggiungendo praticamente tutte le vocazioni.

 
D. - In che modo, questo che fu l’ardore in vita di Santa Teresa di Gesù Bambino ne date testimonianza oggi al mondo voi che siete le sue figlie spirituali?

 
R. - Il nostro carisma di Suore Carmelitane di Santa Teresa è portare ciò che abbiamo assaporato nell’unione con Dio - cioè la nostra vita di preghiera, imbevendoci dell’amore di Dio - e arrivare a contagiare il prossimo, stando con i giovani, nel settore educativo, nell’avvicinare gli anziani. Essere missionarie per me significa contagiare di amore e gioia ogni fratello che avviciniamo: aprendo la porta di casa o andando sulla metropolitana o sull’autobus, in qualsiasi ambito, in qualsiasi ambiente. E poi, attraverso la preghiera, quando siamo piene di Lui, il mappamondo è nelle nostre mani e noi possiamo lasciar passare il messaggio evangelico pur restando qui.

 
D. - Quindi, si può dire che così come lo è per voi oggi, anche a suo tempo il mappamondo fu nelle mani di Teresa di Lisieux, anche senza abbandonare il chiostro...

 
R. - Sì, senza abbandonare il chiostro. Ma ci vuole la missione qui e altrove, perché c’è chi è chiamato a lottare in prima fila. Secondo Teresa di Gesù Bambino, però, la preghiera ti rende partecipe dell’onnipotenza di Dio. Puoi spaziare da nord a sud, da est ad ovest del pianeta, raggiungere i focolai di guerra, raggiungere le ingiustizie sociali con la preghiera: l’arma potente che non conosce tempi e non conosce distanze. Teresa di Gesù Bambino: una monaca prettamente missionaria, apostolicamente impegnata.







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