Emergenza terremoto in Perù: diminuiscono gli aiuti, ma non le necessità dei disastrati
“Passando il tempo, la quantità di aiuti diminuisce, senza che le necessità dei disastrati
calino”: è quanto afferma don Francisco Hernández, direttore di Caritas Costa Rica,
a circa un mese e mezzo dal terremoto che ha scosso varie città del Sud Chico, in
Perù. La distribuzione dell’elettricità – riferisce l’agenzia Fides – viene gradualmente
ripristinata nell'area colpita, ma la distribuzione dell’acqua non è ancora adeguata.
Inoltre, molti sistemi di fognatura sono stati distrutti nelle aree urbane e non sono
stati ancora riparati. Gli studenti stanno attendendo che si costruiscano aule temporanee
per continuare le lezioni. Per aiutare queste popolazioni, i vescovi della Costa Rica
hanno promosso ieri una colletta, in collaborazione con la Caritas nazionale. La maggiore
urgenza ora - spiega don Francisco Hernández – “è collaborare economicamente per ripristinare
le infrastrutture distrutte, case, ponti ed edifici”. Continua intanto la Campagna
“Siamo Speranza”, lanciata dal Movimento di vita cristiana (MVC), con la quale si
garantisce ogni giorno l'alimentazione di oltre sette mila famiglie peruviane. Sono
stati finora 3.500 i volontari che vi hanno partecipato, portando aiuti a 36 mila
persone. Anche 75 medici hanno prestato la loro opera professionale nelle zone colpite.
L'iniziativa proseguirà nei mesi di ottobre e novembre, mentre a dicembre partirà
la Campagna "Natale è Gesù". Caritas Croazia, intanto, ha donato un milione di kunas
(140 mila euro) al Perù per la costruzione di 650 case per le famiglie più colpite.
(R.M.)