Ecuador al voto per eleggere una Assemblea Costituente che dovrà ridisegnare l'architettura
costituzionale
In Ecuador, oltre 9 milioni di persone sono chiamate oggi all’appuntamento con le
urne per eleggere i membri di una Assemblea Costituente che, nell’arco di un anno,
dovrà ridisegnare la nuova architettura costituzionale. Sono in corsa 3.200 candidati
che si disputano 130 seggi. Il servizio di Luis Badilla:
Il voto
sarà il coronamento del progetto del presidente Rafael Correa di “dare una svolta
alla vita politica del Paese”. Tuttavia, si tratterà anche di un momento chiave per
capire quale sia la popolarità dello stesso Correa. Secondo gli ultimi sondaggi, l’incertezza
é ancora grande, soprattutto a causa delle forti e frequenti polemiche che hanno costellato,
in questi mesi, il panorama politico dell’Ecuador. Il capo del Paese latino-americano
ha affermato che queste elezioni per la formazione dell’Assemblea Costituente sono
il processo più democratico della storia dell'Ecuador. “Se perdiamo - ha aggiunto
- sarà la fine di una possibilità, ma se vinciamo avremo l’opportunità storica di
costruire per il nuovo millennio, una Patria degna, per tutti”. I vescovi dell’Ecuador
in un messaggio al Paese, dello scorso 19 agosto, hanno espresso l’augurio che quest’
Assemblea metta “fine alle irregolarità verificatesi negli ultimi anni e possa fornire
il binario per le riforme di cui il Paese ha bisogno”. Ai futuri costituenti - si
legge nel documento - spetta la difesa dell’uguaglianza dei diritti e dei doveri e
dei “valori della famiglia ecuadoriana”. In un recente messaggio, pubblicato il 12
settembre, i presuli hanno poi indicato quale dovrebbe essere il profilo dei futuri
costituenti. Nel testo si sottolinea l’importanza dell'impegno nella “difesa della
libertà religiosa, il rispetto della coscienza e del pensiero così come una moderna
concezione della laicità”. E’ necessario promuovere – avvertono infine i vescovi -
“un sistema socio-economico che offra uguali opportunità a tutti affinché la Nazione
sia in grado di produrre di più e, soprattutto, di distribuire meglio” la ricchezza.