2007-09-29 14:52:53

Prodi presenta la finanziaria


Una manovra di svolta, leggera nei numeri, corposa nei provvedimenti. Così questa mattina in conferenza stampa il premier Romano Prodi ha presentato la legge finanziaria 2008 da 11 miliardi di euro varata questa notte all’unanimità dal Consiglio dei ministri. L’opposizione parla invece di manovra preelettorale di un Governo in agonia. Servizio di Giampiero Guadagni:

La Finanziaria è per ogni governo la legge più importante dell’anno. E per il governo Prodi rappresenta anche il banco di prova più impegnativo per la tenuta della maggioranza. L’Esecutivo ha superato dunque il primo scoglio, quello del varo della manovra. Una manovra leggera, 11 miliardi di euro, un terzo rispetto allo scorso anno. In più c’è un decreto da 7 miliardi, che si basa sulle maggiori entrate fiscali. Tante le buone notizie, assicura Palazzo Chigi. I frutti della lotta all’evasione, ha spiegato il premier Prodi, vanno dalla redistribuzione delle imposte: già quest’anno ci sarà una riduzione tributaria in favore delle famiglie più deboli. Dal prossimo anno, poi, sconto sull’Ici e per gli affittuari con redditi bassi. Sempre sul fronte sociale, a fine anno in arrivo un assegno per gli incapienti. E ancora: sconti per le spese scolastiche e fondi per la non autosufficienza. Risorse anche per un piano casa e per le infrastrutture, con l’attuazione tra l’altro del progetto: “mille treni per i pendolari”. Novità importanti anche per le imprese, con il taglio dell’Ires (l’imposta sul reddito delle società) e dell’Irap (l’imposta sulle attività produttive). Non ci sarà, almeno per ora, l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, chiesto a gran voce dalla sinistra radicale che ha invece ottenuto il rinvio del collegato da inserire nella Finanziaria nel protocollo su welfare e pensioni sottoscritto a luglio con le parti sociali. Un rinvio che preoccupa però i centristi di Lamberto Dini. C’è poi un capitolo sulla riqualificazione della spesa: risparmi nella pubblica amministrazione e tagli ai costi della politica, con l’impegno dell’esecutivo a ridurre il numero dei parlamentari: 315 alla Camera, 200 al Senato. Insomma, la mediazione delle ultime ore da parte di Prodi sembra aver trovato un faticoso e provvisorio compromesso tra le istanze dell’ala riformista e quelle della sinistra della coalizione. Mentre l’opposizione è pronta a dare battaglia contro la manovra. L’unica buona notizia, ha commentato Berlusconi, sarebbe quella di mandare a casa Prodi. Ora la partita decisiva si sposta in Parlamento e soprattutto al Senato, ogni votazione sarà una dura prova per il Governo. (Per la Radio Vaticana Giampiero Guadagni)








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