Riparte a Roma la missione dei giovani per annunciare Gesù nel centro storico
Inizierà domani e si concluderà il 7 ottobre la missione “Gesù al centro”, promossa
dall’Ufficio per la Pastorale Giovanile del Vicariato di Roma. Durante l’evento, che
quest’anno avrà come tema “Avrete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di
voi e mi sarete testimoni”, si svolgeranno numerosi appuntamenti, in particolare il
2 ottobre un dibattito a piazza Navona, tra mons. Rino Fisichella, e il giornalista
Giuliano Ferrara, sul libro di Benedetto XVI "Gesù di Nazaret" e il 6 ottobre, la
Messa celebrata dal cardinal vicario Camillo Ruini in Piazza del Popolo. Il servizio
di Marina Tomarro.
Saranno
le scuole e gli ospedali i luoghi privilegiati dove opereranno i 500 giovani della
Missione Gesù al centro. Ma anche le piazze, le strade i luoghi di ritrovo dei giovani
della città di Roma. Saranno questi i posti dove i giovani della missione, cercheranno
di incontrare i loro coetanei per far capire loro la bellezza dell’essere cristiani.
Mons. Mauro Parmeggiani direttore dell’Ufficio per la Pastorale
Giovanile:
R. – Evangelizzazione vuol dire proprio
portare l’amore di Dio all’uomo. Noi vogliamo portare questo incontro. Un giovane
ha scritto che la missione è una carezza di Dio sulla gioventù di Roma che vive il
centro storico. Io vorrei proprio che ci fosse questa carezza e che da questa carezza
nascesse un rapporto d’amore con Dio da parte di questi giovani, che li porti a vivere
nella fedeltà a Colui che li ama da sempre e per sempre e che in Gesù Cristo si è
fatto il primo missionario verso i giovani.
E quella
di quest’anno è la IV edizione di una manifestazione, che nata quasi in silenzio,
oggi coinvolge sempre di più i giovani della città di Roma. Ascoltiamo ancora mons.
Mauro Parmeggiani.
R. - Ci aspettano, aspettano che
la Chiesa vada incontro alle persone, che non sia una Chiesa statica che aspetta,
che attende, ma che esce. Logicamente poi il difficile viene dopo, dopo il primo incontro
e chiede la perseveranza. I giovani oggi non sono abituati a perseverare. Allora bisogna
fare un lavoro di formazione, perchè questo incontro con l’amore sia ragionato e accolto
nella fede dalla loro ragione come qualcosa di valido per la loro esistenza quotidiana.
Credo che nella nostra città ci sia nostalgia di cose pulite, di cose belle, ci sia
nostalgia di Dio, forse anche senza saperne il nome. Credo che questi giovani stiano
facendo rinascere questa nostalgia di Dio con la loro allegria, con la loro gioia,
con la disponibilità al servizio, che vivranno in questi giorni.
Quindi,
in questi giorni, le strade della capitale saranno illuminate dalla luce della fede
di questi giovani missionari.