Giornata mondiale del turismo dedicata alla promozione del ruolo della donna nel settore
“Il turismo è certamente un’opportunità, una porta aperta per le donne nella società
e nella Chiesa, ma non è privo di difficoltà e sfide”. E’ quanto si legge nel messaggio
del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione
della Giornata Mondiale del Turismo che si celebra oggi. Sul significato di questa
Giornata, ascoltiamo al microfono Giovanni Peduto, il segretario del dicastero vaticano
l’arcivescovo Agostino Marchetto:
R. - La
Giornata è stata istituita nel 1980, e il nostro Pontificio Consiglio ha voluto parteciparvi
fin dall’inizio da un punto di vista pastorale, promuovendone la celebrazione nelle
Chiese locali di tutto il mondo. Nel nostro relativo messaggio di quest’anno, sul
tema generale "Il turismo, porta aperta per le donne", osserviamo come la sensibilità
e la duttilità femminile possono trovare nel turismo mille occasioni per manifestarsi
ed emergere, dal più umile livello lavorativo alle alte responsabilità. Anzi desidero
aggiungere, con le parole del nostro messaggio, che “le doti femminili di creatività,
l’inclinazione all’accoglienza, la capacità di sintonizzarsi con il pensiero dell’altro,
agevolano le donne a intuire gusti e aspirazioni dei turisti”.
D. - Il turismo
è una porta aperta per le donne?
R. - Nei tanti settori dell’industria turistica,
che è in continua evoluzione, trovano impiego oltre 200 milioni di persone. Si tratta
di un vero motore per l’economia e una grande fonte di lavoro, e la cosa interessa
particolarmente le donne, in quanto, secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale
del Lavoro (ILO), sempre più numerose sono quelle senza lavoro. Le donne rappresentano
anche – ricordiamolo – una percentuale altissima di poveri del mondo, mentre ancora
sussistono disparità nelle loro condizioni di lavoro rispetto agli uomini e nelle
retribuzioni salariali.
D. - In che modo il Pontificio Consiglio offre un
contributo alla causa delle donne?
R Il nostro Dicastero impegna molte energie
per studiare la situazione delle donne in mobilità umana e per cercare di promuovere
le loro capacità e doti, salvaguardandone nel contempo la dignità, la sicurezza e
le libertà fondamentali. Debbo però aggiungere che il nostro campo di azione è specificamente
pastorale. Certamente il lavoro per le donne in campo turistico implica un maggiore
impegno, un nuovo modo forse di vivere la maternità e tante difficoltà che si accentuano
per la periodicità dei flussi turistici e l’occupazione sovente stagionale, con orari
e turni stressanti. Comunque noi sottolineiamo l’impegno pastorale possibile alle
donne, che già esiste, del resto, a favore dei turisti. Lo riconosciamo e lo auspichiamo.
D.
- In che modo la Chiesa si prodiga per le donne?
R. - Direi che ci assumiamo
il compito evangelico di infondere fiducia e far crescere la consapevolezza delle
loro capacità, dignità e identità femminile. Lo ha fatto pure Papa Benedetto all’affermare
quanto segue: “Io credo che le stesse donne, con il loro slancio e la loro forza,
con la loro, per così dire, preponderanza, con la loro potenza spirituale sapranno
farsi il loro spazio”. In prima linea ci sono anche alcune Congregazioni Religiose
che si prodigano per sostenere e aiutare tante donne e giovanette nel campo del lavoro
e della formazione e per cercare di riportare quante lo desiderano a una vita dignitosa,
avendola smarrita spesso forzatamente. E qui c’è il dramma pure del turismo sessuale.