2007-09-25 16:49:15

Intervista e scheda di Peduto su Beatificazione di Maria Merkert


MARIA MERKERT ALL’ONORE DEGLI ALTARI
- Intervista di Giovanni Peduto con l’avv. Andrea Ambrosi -

Il prossimo 30 settembre verrà proclamata beata a Nisa, in Polonia, Maria Merkert, co-fondatrice e prima superiora generale della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta. La nuova beata è morta nel 1872; è vissuta quindi nel XIX secolo, essendo nata nel 1817. La cerimonia si svolgerà a Nisa, appunto, nella chiesa dei Santi Giacomo e Agnese alle ore 10 del mattino, e sarà presieduta dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, che rappresenterà il Santo Padre. Ma con noi, oggi, a parlarcene, nell’intervista rilasciata a Giovanni Peduto, il postulatore della causa di beatificazione, l’avvocato Andrea Ambrosi:

R. – La beata Maria Merkert è vissuta in un’epoca storica ed in un’area geografica – la Slesia – particolarmente toccata dalla guerra, ed è proprio qui che lei ha dato le migliori prove della sua santità. Infatti, in un tempo così gravido di sofferenze, lei ha dedicato la sua vita alle persone povere, abbandonate, malate, ai feriti della guerra nei quali vedeva l’immagine di Cristo da servire e da amare. Il modello da lei offerto, che è quello di assecondare generosamente e disinteressatamente il Signore nei fratelli, non perderà mai di attualità, secondo noi.

D. – Il suo carisma particolare?

R. – Vocazione primaria e fondamentale di ogni credente è quello di amare Dio ed il prossimo. Ebbene, l’amore verso i fratelli riflette l’amore di Dio: di questo è stata sempre consapevole, e l’ha anche testimoniato con la vita, la beata Maria Merkert, la quale è stata sempre cosciente che l’amore per il prossimo giunge alla pienezza solo incarnando l’amore di Dio. La sua morte, devo dire, avvenuta nel 1872, non ne ha sminuito la dimensione apostolica: infatti, la sua figura e la sua opera sono presenti ancora oggi in tanti Paesi del mondo proprio per merito delle sue figlie spirituali che ne perpetuano il carisma in modo veramente ideale.

D. – Lei ne ha studiato a fondo la vita: cosa l’ha particolarmente colpito?

R. – Tutto dev’essere un po’ riportato a questa sua considerazione della vita che la faceva ritenere già all’epoca la madre dei poveri, tanto da venir chiamata proprio “la samaritana dei poveri”: comunemente, così era indicata all’epoca. Tutti ricorrevano a lei sicuri di essere ascoltati ed aiutati. Era instancabile nella sua dedizione, pronta a seguire proprio tutti, ed una sua compagna che le è vissuta accanto e l’ha vista in quegli anni, ebbe a dire queste semplici parole: “Madre Maria comprava carne, caffè e pane per le povere vedove e portava queste cose lei stessa ai poveri e le donava con tale affabilità di cuore che quei vecchietti piangevano di gioia e tutti la chiamavano ‘la cara madre di tutti’”.



LA BEATA MARIA MERKERT
Profilo biografico


Maria Merkert nacque il 21 settembre 1817 a Nysa, in Slesia, in una famiglia borghese da Antonio Merkert e Maria Barbara Pfitzner. Sia i genitori della Serva di Dio sia la sorella maggiore Matilde erano membri della Confraternita del Sepolcro di Cristo, operante presso la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Nysa. Orfana di padre ad un anno, l’educatrice principale di Maria e di sua sorella Matilde fu senz’altro la madre, che educava le figlie nello spirito di amore e di rispetto per i valori autenticamente cristiani. L’atmosfera religiosa, che regnava nella casa paterna, influì molto sulla formazione e sulla vocazione delle due sorelle riguardo al servizio caritativo verso i bisognosi, anche per la loro chiamata alla vita religiosa.

Nel 1842 dopo la morte della madre, che assistette durante la malattia, Maria decise di dedicarsi totalmente ai poveri, ai malati e agli abbandonati. Insieme a sua sorella Matilde e con Francesca Werner su consiglio del confessore, si unì a Clara Wolff, giovane virtuosa e terziaria Francescana, che aveva deciso di servire i poveri a domicilio. Cominciarono l’attività caritativa-apostolica a Nysa, il 27 settembre 1842. A questo passo si prepararono con la confessione, con la comunione e con un atto di consacrazione al Sacratissimo Cuore di Gesù. La benedizione fu loro impartita dal sacerdote Francesco Saverio Fischer. Maria con costanza, dignità e grande gioia adempiva quotidianamente gli impegni assunti, assistendo i malati nelle proprie case e raccogliendo questue a favore dei bisognosi. Obbediente tuttavia al confessore fece il noviziato (1846-1850) presso le suore della Misericordia di San Carlo Borromeo a Praga, Podole, Litomierzyce e Nysa. Notando però che le Suore Borromee consideravano secondaria l’assistenza dei malati nelle loro case, la Venerabile Serva di Dio lasciò il loro noviziato il 30 giugno 1850.

La formazione interiore diventò una benedizione per la nuova Congregazione. Il 19 novembre 1850, festa di S. Elisabetta d’Ungheria, Maria Merkert e Francesca Werner, malgrado le reazioni, la contrarietà e la penuria di mezzi, ripresero a Nysa l’assistenza ai malati e ai poveri a domicilio, assumendo la denominazione ufficiale di Suore Bigie di S. Elisabetta.

Il 4 settembre 1859 ricevettero l’approvazione dell’Associazione di S. Elisabetta da parte di Mons. Enrico Förster, Vescovo principe di Breslavia. Costituitasi l’associazione delle Suore di S. Elisabetta, nel dicembre 1859 Maria Merkert viene eletta prima Superiora Generale e il 5 maggio 1860, insieme a 25 religiose, fa la professione dei voti di castità, povertà e obbedienza, più un quarto voto di servire i malati e i bisognosi.

La Serva di Dio aveva grande e materna sollecitudine per le Suore, faceva ogni sforzo per dare loro istruzione conveniente e alto livello spirituale e morale, caratterizzato da spirito d’umiltà profonda. Fu strumento nelle mani di Dio, mobilitando centinaia di cuori giovanili a soccorrere i malati, a portare loro aiuto fraterno e sollievo nelle sofferenze, con infinita benevolenza e delicatezza umana.

Maria Merkert durante i 22 anni, nei quali ebbe la direzione della Congregazione, preparò alla vita religiosa e all’assistenza ai malati circa 500 suore, arricchì la Chiesa con 87 case religiose, sparse in 9 diocesi e in due vicariati apostolici.

La Venerabile Serva di Dio, chiamata Samaritana della Slesia, morì in concetto di santità il 14 novembre 1872, sinceramente compianta sia dalle Suore che da centinaia di poveri, che ha sempre servito fedelmente e ai quali ha dedicato la vita. Dopo solenni funerali celebrati dal Commissario Vescovile F. Neumann, riposa nella chiesa parrocchiale di S. Giacomo a Nysa.


(Fine)








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