2007-09-23 14:42:08

Continua la protesta dei monaci buddisti in Myanmar: 20 mila in piazza contro la giunta militare - Afghanistan: scomparsi due militari italiani, si teme un sequestro


Proseguono anche oggi le manifestazioni contro la giunta militare al potere in Myanmar, l’ex Birmania. Le marce pacifiche condotte dai monaci buddisti si sono estese ad altre città del Paese e del caso si interesserà anche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in programma questa settimana a New York. Il nostro servizio:RealAudioMP3

Almeno 20 mila persone sono tornate in piazza a Yangoon nel settimo giorno di protesta. I monaci buddisti sono sempre il motore della sollevazione popolare: a loro, per la prima volta, si sono unite anche un centinaio di suore, mentre i religiosi hanno chiesto esplicitamente l’appoggio della popolazione che ha risposto in modo chiaro. Oggi infatti erano solo poche migliaia i monaci riunitisi in preghiera nel principale tempio della città. Nel giro di un ora – affermano testimoni – la folla si è quadruplicata per protestare contro l’aumento indiscriminato dei prezzi. Quella odierna è stata la più imponente manifestazione degli ultimi giorni. L’atmosfera è sempre calma. Nessun accenno d’intervento da parte delle forze di sicurezza: segno della cautela con cui il regime sta cercando di gestire una situazione che si fa sempre più difficile. Ieri il Premio Nobel per la pace e leader dell'opposizione democratica Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari da 12 anni, era uscita in strada per dare il suo sostegno ai monaci. La diplomazia britannica ha promesso di portare il caso alla 62. esima Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di provocare un richiamo forte al regime per realizzare le riforme democratiche chieste dai manifestanti. Nel Paese non si vota dal 1990, quando la Lega Nazionale per la Democrazia (LND) vinse le elezioni inducendo i vertici militari ad usare la forza per rimpadronirsi del potere.

- In Afghanistan due militari italiani risultano dispersi da ieri nella zona ovest del Paese. Secondo il ministero degli Esteri italiano si sono persi i contatti con loro mentre erano impegnati in attività di pattugliamento nella provincia di Herat. Si teme un sequestro. Assieme ai militari c'erano anche due accompagnatori locali. In Italia esplode la polemica politica: il leader del PDCI Oliviero Diliberto ha affermato che è l'ora di ritirare le truppe italiane dal Paese. Intanto non è chiara l’identità delle quattro vittime provocate da un raid aereo della Nato avvenuto nella provincia di Kunar, in risposta all’attacco di ieri contro una base afgana nella zona. Sull’accaduto è stata avviata un’inchiesta per accertare se le vittime sono talebani, agenti afgani in borghese o civili. Le forze straniere nel Paese hanno sempre affermato di fare grossi sforzi per evitare vittime fra i civili accusando i guerriglieri, che non utilizzano divise, di utilizzare la popolazione come scudo umano. Nonostante tutto, questo tema sta creando frizioni con le autorità di Kabul.

- In Pakistan per impedire nuove manifestazioni contro la candidatura del presidente Musharraf alle prossime elezioni, quattro leader dell’opposizione sono strati arrestati. Secondo le autorità stavano organizzando una nuova iniziativa di protesta davanti alla Corte Suprema che avrebbe potuto turbare l’ordine pubblico.

- Il governo israeliano ha deciso la liberazione di una novantina di detenuti palestinesi come gesto di sostegno nei confronti del presidente dell’ANP Abu Mazen, in occasione del mese islamico del Ramadan. La lista completa sarà elaborata nelle prossime ore, tuttavia, si tratta di numerosi membri di al Fatha, il partito di Abu Mazen. La decisione è stata fortemente voluto dal premier israeliano Olmert.

- Per rilanciare il dialogo fra l’Iraq e i Paesi limitrofi, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha offerto “un piccolo ufficio di appoggio” a Baghdad, gestito dall’ONU. Ad annunciarlo ieri sera lo stesso numero uno del Palazzo di Vetro durante la riunione di alto livello sull’Iraq alla quale hanno partecipato tra gli altri il primo ministro iracheno al Maliki, il segretario di Stato americano, Rice, e il ministro degli esteri iraniano, Mottaki.

- E sempre nell’ambito dei lavori preparatori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i grandi del mondo continuano ad incontrarsi in queste ore nella sede dell’ONU a New York per discutere delle aree calde del pianeta. Dopo la situazione in Darfur, oggi in primo piano l’Afghanistan e la riunione del Quartetto sul Medio Oriente – composto da Usa, Ue, Russia ed ONU - con un primo rapporto del nuovo inviato nell’area, Tony Blair.

- Anche il presidente iraniano Ahmadinejad si dirige verso New York. Nel corso del suo intervento all’Assemblea – ha affermato prima di imbarcarsi sull’aereo – presenterà le soluzioni degli iraniani ai problemi del mondo. Per far conoscere correttamente queste posizioni il leader di Teheran ha anche annunciato incontri con “intellettuali e politici indipendenti americani”.

- In Giappone Yasuo Fukuda è stato eletto presidente del Partito liberaldemocratico, al posto dell’ex premier Shinzo Abe dimessosi lo scorso 12 settembre. La carica comporta in modo quasi automatico la nomina di Fukuda a capo dell’esecutivo. L’investitura avverrà formalmente martedì prossimo in Parlamento. La scelta è avvenuta oggi al termine di una votazione a cui hanno partecipato oltre 500 delegati del partito.

- “I catalani non hanno re”. Con questo slogan centinaia di nazionalisti catalani si sono riuniti a Girona, nel nord-est della Spagna, a sostegno di un giovane accusato dalle autorità di “oltraggio al re” per aver bruciato delle foto del sovrano. Durante la manifestazione diverse immagini della famiglia reale sono state date alle fiamme. Per questi reati la legge prevede pene che vanno da sei mesi a due anni di reclusione.

- Dopo l’epidemia di afta epizootica, è stato scoperto in Gran Bretagna, in una fattoria nei pressi di Ipswich un focolaio di ‘lingua blu’, un’infezione mai verificatasi prima nel Paese che colpisce ovini e ruminanti e si propaga attraverso i moscerini. A renderlo noto è stato il Dipartimento per l’ambiente, gli alimenti e le attività agricole, che ha posto in quarantena l’allevamento in questione. Preoccupata l’Associazione allevatori che, nel timore di conseguenze negative, parla di notizia “devastante”. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 266

 
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