Video su cinque militari uccisi in Iraq da un gruppo legato ad al Qaeda - Tensione
in Algeria dopo il nuovo attentato di al Qaeda - Ahmadinejad ribadisce che contro
il programma nucleare iraniano non bastano le ''sanzioni economiche"
Un comandante locale delle brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas, è rimasto
ucciso ieri nel corso di scontri a fuoco con l'esercito israeliano vicino al campo
profughi di Al Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. E sempre stanotte, quattro
bambini palestinesi sono rimasti feriti nella Striscia di Gaza dall'esplosione di
un ordigno con il quale stavano giocando. Fonti mediche hanno riferito che uno di
loro è in gravi condizioni. L'incidente è accaduto nel campo profughi di Beit Lahiya,
nel nord della Striscia, poco prima dell'alba, quando le famiglie palestinesi, in
questo mese del digiuno per il Ramadan, sono solite svegliarsi per mangiare.
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Un gruppo iracheno legato ad al Qaeda, noto come "Lo stato islamico in Iraq", ha annunciato
di aver "giustiziato" cinque militari iracheni diffondendo il triste video su Internet.
Le immagini, visibili oggi su un sito solitamente usato dai ribelli in Iraq, mostrano
un uomo con il volto coperto che spara con una pistola ai militari tenuti bendati.
E' stata inoltre registrata una dichiarazione degli ufficiali, prima di essere uccisi,
nella queale affermano di essere stati catturati dai "combattenti'' dello "Stato islamico
in Iraq" nella città di Baquba, capitale della provincia di Diyala, dove le forze
americane hanno di recente attuato un'operazione contro le forze di al Qaeda e altri
militanti sunniti.
- Sono fuori pericolo l’italiano, i due francesi e i sei
algerini feriti nell'attentato suicida compiuto ieri contro un convoglio di lavoratori
stranieri, nei pressi di Lakhdaria, in Cabilia, a 70 km a est di Algeri. Il servizio
di Fausta Speranza:
L’attentato
è stato rivendicato dall’ala nordafricana di al Qaeda. Bisogna sottolineare che è
stato organizzato nel secondo venerdì di Ramadan e soprattutto all'indomani dell'appello
del vice di Osama Bin Laden, al Zawhari, che ha incitato i musulmani del Nord Africa
ad attentati. L’espressione da lui usata è ''ripulire il Maghreb dai figli di Francia
e Spagna''. Alcuni esperti di antiterrosimo francesi, in realtà, ritengono di non
dover per forza mettere in relazione le due cose. In ogni caso, l'ala maghrebina di
al Qaeda ha colpito ancora in Algeria con un attacco a cittadini stranieri, come non
succedeva da mesi. L'ultimo attentato contro stranieri risaliva a marzo: un russo
e tre algerini erano rimasti uccisi. Non significa che non ci fossero stati episodi
di violenza: alla vigilia dell'inizio del Ramadan (13 settembre), il mese sacro del
digiuno che i terroristi islamici considerano propizio al 'martirio', l’Algeria è
stata scossa da una nuova ondata di attentati. In meno di 48 ore, più di 50 persone
uccise da due attacchi suicidi. Il 6 settembre un kamikaze si è fatto esplodere a
Batna, a sud-est di Algeri, tra la folla che attendeva il presidente Bouteflika.
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L'ex presidente libanese, Pierre Gemayel, si è recato questa mattina in visita dal
presidente del parlamento, Nabih Berri, per un colloquio in vista dell'elezione del
nuovo capo dello Stato che dovrebbe iniziare martedì prossimo in parlamento. Gemayel
- deputato e leader del partito delle Falangi, che fa parte della maggioranza parlamentare
antisiriana - ha ieri pubblicamente messo in guardia contro il rischio di un vuoto
politico, nel corso dei funerali del deputato antisiriano del partito delle Falangi,
Antoine Ghanem, ucciso mercoledì scorso in un attentato a Beirut. Ieri sera, secondo
quanto riferiscono fonti di stampa, Berri, che è anche leader del partito sciita Amal,
una delle maggiori componenti dell'opposizione assieme al movimento sciita Hezbollah,
ha avuto un colloquio telefonico di circa 20 minuti con il leader druso, Walid Jumblat,
capo del Partito socialista progressista e uno dei maggiori esponenti della maggioranza.
Intanto, è stato arrestato dalla polizia libanese a Beirut, Daniel Mussa Sharon, 32
anni, titolare di passaporto tedesco, che ''ha confessato di esser cittadino israeliano”.
Il Libano, formalmente in stato di belligeranza con Israele da quasi sessant'anni,
vieta l'ingresso sul suo territorio a cittadini dello Stato ebraico.
- Il presidente
iraniano, Ahmadinejad, ha ribadito che “commette un errore” chi pensa di fermare il
programma nucleare iraniano con “sanzioni economiche”. Ahmadinejad parlava ad una
parata militare davanti al mausoleo dell'ayatollah Ruhollah Khomeini nel 27.mo anniversario
dell'inizio della guerra con l'Iraq, dopo che ieri a New York le grandi potenze sono
tornate a riunirsi per prendere in esame l'ipotesi di sanzioni contro la Repubblica
islamica, che rifiuta di sospendere l'arricchimento dell'uranio. Durante la parata
militare di oggi a Teheran, per commemorare l'inizio della guerra contro l'Iraq nel
1980, sono stati mostrati diversi missili balistici sviluppati negli ultimi anni,
tra i quali lo "Shahab-3", che con i suoi 2.000 chilometri di gittata è in grado tra
l'altro di raggiungere Israele. ''Coloro che pensano di fermare l'avanzata della nazione
iraniana con sanzioni economiche e la guerra psicologica - ha affermato Ahmadinejad
nel discorso - commettono un errore. L'Iran è entrato in possesso delle più avanzate
tecnologie”. “L'odierna esibizione di mezzi militari mostra che i nemici hanno già
fallito molte volte”, ha aggiunto il presidente, riferendosi alle sanzioni già imposte
in passato a Teheran. “Coloro che ci volevano privare anche del filo spinato - ha
concluso - oggi dovrebbero venire qui e vedere questi mezzi, prodotti dalle forti
mani del Ministero della difesa e della nostra industria militare”.
- Le Nazioni
Unite per l'Afghanistan sostengono e incoraggiano negoziati tra il governo e i taleban,
oltre ad un maggiore impegno della comunità internazionale per un processo di pace.
E' quanto sostiene il responsabile ONU per il Paese asiatico, Tom Koenigs. In una
conferenza stampa presso la sede della Nazioni Unite, oggi a New York, Koenigs ha
sottolineato che per affrontare la situazione in Afghanistan c'è bisogno di più truppe,
straniere e locali, e di un maggiore impegno da parte della comunità internazionale
a favore di una pace durevole nel Paese. Secondo Koenigs, le forze di sicurezza impiegate
sul territorio necessitano un addestramento più adeguato da effettuare in Afghanistan,
più che una maggiore presenza internazionale. Sul processo di pace, Koenigs ha spiegato
che la guerra non può essere vinta solo con i mezzi militari. “Dobbiamo negoziare",
ha detto. "Sosterrei certamente colloqui di pace tra governo e taleban”.
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Soddisfazione per l'esito dell'incontro ad alto livello svoltosi a New York, alle
Nazioni Unite, sul Darfur è stata espressa dal viceministro degli Esteri con delega
all'Africa Sub-Sahariana, Patrizia Sentinelli. “La strada per arrivare ad una definitiva
soluzione di pace condivisa nella regione sudanese del Darfur è ancora molto lunga
- ha precisato Sentinelli - tuttavia il previsto dispiegamento dei primi contingenti
della forza 'ibrida' già nelle prossime settimane, la liberazione del ribelle del
Darfur Jamous da parte del governo di Khartoum e la sua disponibilità ad impegnarsi
nei prossimi negoziati di pace, sono segnali incoraggianti provenienti da ambedue
le parti in causa”. “Questi parziali ma positivi risultati ha continuato il viceministro
Sentinelli - premiano anche lo sforzo profuso dal governo italiano che in questo ultimo
anno tanto ha lavorato per arrivare ad una soluzione 'politica' per la cessazione
delle violenze nei confronti della popolazione civile darfuriana”. “Adesso - ha concluso
Sentinelli - bisogna continuare a lavorare affinché il prossimo incontro tra il governo
sudanese e le forze ribelli presenti in Darfur, previsto per il prossimo 27 ottobre
a Tripoli, sia l'occasione per iniziare un negoziato che possa portare alla definitiva
pacificazione dell'intero Paese”.
- Il Belgio non scomparirà, “non andrà in
frantumi”: è la rassicurazione che il ministro degli Esteri di Bruxelles, Karel de
Gucht, indirizza agli osservatori e alla stampa straniera che, secondo lui, hanno
drammatizzato la crisi che il Belgio sta attraversando nella formazione del governo:
“Non bisogna aver paura che il Belgio sparisca”, ha detto il ministro. “Per il Belgio
tutto quello che sta succedendo non è positivo - ha detto de Gucht, in un'intervista
al quotidiano Le Soir - ma svanirà in un attimo una volta che sarà formato un governo.
De Gucht afferma di non temere che il Belgio perda credibilità internazionale, ma
afferma che “il mondo si stupisce, si chiede come sia possibile che la situazione
non evolva più di tanto dopo oltre 100 giorni”. Dopo le elezioni del 10 giugno, il
Belgio non è ancora riuscito ad esprimere un governo per il Paese. Il leader incaricato,
il cristiano democratico fiammingo, Yves Leterme, ha rinunciato e le consultazioni
stanno continuando senza alcun risultato. Sullo sfondo, la voglia di secessione delle
ricche Fiandre dal sud vallone, più povero, sta aumentando sondaggio dopo sondaggio.
Con l'ipotesi, emersa negli ultimi giorni, di una separazione delle due entità con
Bruxelles, che rimarrebbe distretto indipendente.
- Prendendo posizione sulle
notizie circa l'invio di osservatori OSCE alle elezioni anticipate del 21 ottobre
in Polonia, il ministro degli Esteri, Anna Fotyga, ha definito oggi ''inopportuna''
una richiesta avanzata nei giorni scorsi dall'organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa, con sede a Vienna. La nota con cui l'OSCE ha chiesto di poter
inviare i propri osservatori alle elezioni parlamentari di ottobre prossimo “è un
documento inopportuno”, dato che la “Polonia è un Paese di democrazia stabile”, ha
detto oggi la Fotyga in dichiarazioni ai giornalisti a Varsavia, riportate dall'agenzia
PAP. “La Polonia - ha sottolineato - non ha nulla da nascondere e le lezioni si svolgeranno
in modo democratico”. Il ministro degli Esteri polacco non ha precisato tuttavia se
Varsavia intenda definitivamente dire no a una missione OSCE per le elezioni. Tali
missioni sono scontate, oltre che obbligatorie, fra i Paesi membri dell'organizzazione
e Varsavia ospita peraltro proprio l'ODIHR (l'Ufficio per le istituzioni democratiche
e i diritti umani), il braccio operativo per le missioni elettorali dell’OSCE.
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Altri sette casi di Ebola sono stati riscontrati nella regione del Kasai occidentale,
nel sudovest della Repubblica Democratica del Congo. Lo ha reso noto l'Organizzazione
mondiale per la sanità (OMS), secondo quanto riferisce oggi la BBC on line. Nella
stessa area - sempre stando ai dati dell'OMS - negli ultimi due-tre mesi sono morte
almeno 174 persone a causa dell’epidemia, che ha una mortalità altissima: tra l'80
ed il 90 per cento. Nelle scorse settimane, peraltro, l’epidemia si riteneva conclusa
ed ora questi nuovi casi suscitano forte preoccupazione. Sempre in Congo, e sempre
per Ebola, sette anni fa morirono circa 200 persone (di più, secondo alcuni osservatori)
nella zona di Kikwit, circa 400 km ad ovest dall'attuale area dell'epidemia. Il peggior
caso di epidemia di Ebola si riscontrò nel 2001 in Uganda, quando i morti furono circa
300. Nei giorni scorsi, nel Kenya centrale ci sono state almeno tre morti sospette:
in un primo tempo si era parlato appunto di Ebola, ma poi si è accertato che si tratta
del cosiddetto "virus della Rift Valley", che ha una sintomatologia simile ma un tasso
di mortalità molto minore.
- E’ corsa contro il tempo in Africa, dopo le alluvioni
che hanno colpito almeno 18 Paesi, provocato circa 250 morti e oltre un milione di
sfollati. Le organizzazioni umanitarie stanno approntando gli aiuti dopo l’allarme
lanciato dall’ONU e dalla Croce Rossa Internazionale per il diffondersi di epidemie,
per la mancanza di cibo e acqua. Undici milioni di euro sono stati stanziati dalla
Commissione europea per le vittime delle inondazioni.
- Un gruppo separatista
ceceno ha rivendicato sul sito Kavkaszentr della guerriglia l'attentato del 13 agosto
scorso contro il treno Mosca-San Pietroburgo, che aveva provocato una sessantina di
feriti. Una sedicente "brigata degli shakhid" (kamikaze) avrebbe, secondo il sito,
piazzato sui binari la bomba artigianale che ha provocato il deragliamento del convoglio.
La procura russa, pur non escludendo alcuna pista, aveva finora privilegiato l'ipotesi
di un attentato maturato negli ambienti ultranazionalisti o anarchici.
- Diversamente
dal piano organizzato dalle autorità cilene per consegnarlo al governo di Lima attraverso
la frontiera terrestre a nord del paese, l'ex presidente Alberto Fujimori dovrebbe
viaggiare da Santiago del Cile verso il Perù a bordo di un velivolo peruviano. Lo
ha rivelato ieri sera la cilena Radio Bio Bio. L'emittente ha indicato che è ora previsto
che un velivolo con cinque agenti di polizia peruviani si diriga verso l'aeroporto
internazionale di Pudahuel. L'ex capo dello stato peruviano, che è stato estradato
per decisione della Corte suprema cilena, attende lo sviluppo degli eventi nella residenza
dove è stato per mesi agli arresti domiciliari nella località di Chicureo, a nord
di Santiago. La variazione al programma in un primo tempo stabilito, conclude Radio
Bio Bio, è dovuta al fatto che Fujimori è un ex capo di stato peruviano, e che non
è quindi opportuno un suo trasferimento su un velivolo cileno. Una volta a Lima, si
è infine appreso, Fujimori sarà rinchiuso nella Scuola di criminologia della polizia
nazionale penitenziaria. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 265 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.