Il Papa domani in visita pastorale a Velletri. Intervista con mons. Apicella
Benedetto XVI compirà domani mattina una breve visita pastorale alla diocesi suburbicaria
di Velletri-Segni. Alle 9.30 il Papa presiederà la celebrazione eucaristica in Piazza
San Clemente, sul sagrato della cattedrale di Velletri. Benedirà quindi una colonna
commemorativa del suo Pontificato, da lui donata alla diocesi, e una statua di Giovanni
Paolo II. Al termine del rito il Papa tornerà nella sua residenza di Castel Gandolfo,
dove alle 12.00 reciterà il tradizionale Angelus domenicale. Ma come è nata questa
visita di Benedetto XVI? Giovanni Peduto lo ha chiesto al vescovo di Velletri-Segni,
mons. Vincenzo Apicella:
R.
– Questa visita è nata in modo abbastanza naturale, in quanto il Santo Padre è stato
vescovo titolare di Velletri-Segni quando era cardinale prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede, dal ’93 fino al giorno dell’elezione, il 19 aprile 2005.
C’è, quindi, un legame antico, che lega Velletri a Papa Ratzinger, il quale ha voluto
dare un segno di paternità, di benevolenza estrema alla nostra Chiesa, facendo collocare
sulla piazza della cattedrale una colonna commemorativa del suo pontificato, che gli
hanno regalato le città tedesche. Si tratta di una colonna di bronzo, alta 4 metri
e 20, che viene appunto dalla Germania e che è gemella di una stessa colonna di bronzo,
che si trova sulla piazza di Marktl, nel paese natale di Benedetto XVI. Rimarrà questo
il segno del legame particolare tra Benedetto XVI e Velletri.
D.
– Quali sono, eccellenza, le principali sfide per la Chiesa di Velletri? Quale percorso
pastorale lei sta realizzando?
R. – Anche dal punto
di vista interiore, della fisionomia della Chiesa, Velletri sta cercando di recuperare
e di mettere a punto una serie di realtà fondamentali, costitutive della Chiesa. Abbiamo
cominciato l’anno scorso, interrogandoci e verificando il nostro rapporto con la Parola
di Dio, realtà fondante della vita della Chiesa, e quest’anno continueremo con un
cammino pastorale che vuole risvegliare la partecipazione e promuovere la corresponsabilità
dei laici in questa Chiesa. Per cui, la visita di Benedetto XVI è un momento di grazia,
un momento importante, perché ci richiama a questa unità della Chiesa, a questo senso
della Chiesa, che vogliamo recuperare in modo più vivo nelle nostre parrocchie.
D.
– Oggi, come annunciare in modo efficace il Vangelo, in questa nostra società secolarizzata?
R. – A me sembra che Benedetto XVI anche qui abbia
dato delle indicazioni molto precise, molto efficaci e anche molto appropriate, sia
alla Chiesa italiana, sia in generale alla Chiesa di tutte le latitudini. E’ importante
anzitutto il modo della carità, e la prima enciclica si richiama a questo. Noi siamo
il segno della carità di Dio, perchè Dio è carità e se vogliamo che la gente ci riconosca
come discepoli di Gesù Cristo, non c’è altra via che quella che Cristo stesso ci ha
insegnato: “Da questo conosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni
per gli altri”. Successivamente anche il dialogo, il dialogo culturale, in tutte le
forme, che man mano emergono nella società di oggi e i tentativi di costruire qualcosa
di nuovo a partire dalle modifiche, dalle trasformazioni in atto, che avvengono a
ritmo vertiginoso. Il dialogo con la cultura, con tutti coloro che si interrogano
sul senso e sul progetto che si vuole realizzare in questa società e in questo mondo.
D.
– Eccellenza, adesso volgiamo lo sguardo al rapporto che i Papi hanno avuto con Velletri...
R.
- Velletri è una diocesi antichissima e fa risalire le sue origini addirittura a Papa
Clemente III. La tradizione vuole che Clemente sia colui che ha annunciato il Vangelo
per primo, il primo pastore della Chiesa di Velletri, prima di diventare vescovo di
Roma. Ben 13 vescovi di Velletri, nella storia, sono diventati sommi Pontefici e Benedetto
XVI è il 14.mo. E Velletri ha avuto sempre un legame molto stretto con la Chiesa di
Roma, con il Papato. Si contano 22 visite di Pontefici alla nostra città e forse quello
più significativo è stato il rapporto tra Pio IX e Velletri. Pio IX è venuto almeno
tre o quattro volte a Velletri, anche perché era sulla strada che congiungeva Roma
a Napoli. E’ significativo che ricorra quest’anno il 150.mo anniversario della decisione
di costruire la seconda linea ferroviaria italiana. Dopo la Napoli-Portici ci fu la
Roma-Velletri, decisa proprio nel 1857 da Pio IX, che venne poi ad inaugurare questa
linea ferroviaria. Un Papa che alcuni ritengono contrario alla modernità e che invece
fu uno dei principali promotori del progresso. Fece costruire un enorme ponte di ferro,
perché la ferrovia arrivasse da Roma a Velletri. E’ significativo questo rapporto
con Pio IX. Giovanni Paolo II nel 1980 ha compiuto una memorabile visita a Velletri,
di cui ci sono ancora le memorie e le testimonianze. La compì il 7 settembre, quando
era vescovo mons. Bernini, il quale gli ricordava come Velletri fosse città mariana,
dedicata a Maria, in quanto il fulcro e il centro della vita religiosa di Velletri
è proprio il santuario della Madonna delle Grazie annesso alla nostra chiesa cattedrale.