2007-09-21 15:36:10

Il vescovo di Novara presenta la cerimonia di Beatificazione, il 18 novembre, di Antonio Rosmini


Sacerdote e studioso, fede e ragione: è in questi binomi inscindibili che il suo esempio trova il significato più profondo. E’ quanto ha affermato ieri il vescovo di Novara, mons. Renato Corti, durante la presentazione della celebrazione per la beatificazione del grande filosofo dell’Ottocento, Antonio Rosmini, che si terrà nella città piemontese il prossimo 18 novembre. Rosmini – ha aggiunto il presule – è un modello di intellettuale per i cristiani di oggi ma anche un sacerdote che ha fatto della carità il momento centrale della propria vocazione. La sua storia – ha sottolineato mons. Corti – è quella di un uomo che seppe comprendere come la verità ultima si sveli “solo dalla suprema cattedra che è la Croce”. Spesso la figura di Rosmini - ha poi osservato il postulatore, don Claudio Papa - è stata presentata dagli studiosi guardando solo al valore culturale dei suoi scritti. “Ora la beatificazione – ha spiegato il postulatore – ci aiuterà a scoprire di più la santità della sua vita”, aspetto che dà senso e forma anche alla sua eredità culturale. Proprio questo esempio di fede sarà proposto negli otto pellegrinaggi organizzati dalla diocesi di Novara sulla tomba del sacerdote. La beatificazione di Rosmini è un evento di straordinaria portata non solo per la diocesi gaudenziana: “sarà un momento di grande festa – ha detto infatti mons. Corti – anche per le religiose e i religiosi rosminiani, presenti ormai in diverse parti del mondo, e per i tanti studenti ed ex alunni delle loro scuole”. Antonio Rosmini, fondatore dell’Istituto della Carità, è nato a Rovereto il 24 marzo del 1797. Nel 1849, la Congregazione dell’Indice ha condannato il suo libro “Delle Cinque piaghe della Santa Chiesa” nel quale Rosmini denuncia tra l'altro la separazione del clero dai fedeli e le interferenze del potere politico nelle questioni ecclesiastiche. Nel 2001, in una nota della Congregazione per la dottrina della fede presieduta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, si sottolinea infine che “si possono considerare ormai superati i motivi di preoccupazione dottrinali e prudenziali” sull’opera di Rosmini. (A.L.)







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