2007-09-21 12:19:29

Il Papa ha nominato i nuovi arcivescovi "della Madre di Dio" a Mosca e di Minsk in Bielorussia


Il Santo Padre ha nominato arcivescovo metropolita di Minsk-Mohilev, in Bielorussia, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, trasferendolo dall’arcidiocesi “della Madre di Dio” a Mosca, nella Federazione Russa. Alla guida dell’arcidiocesi della capitale russa Benedetto XVI ha nominato don Paolo Pezzi, della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, finora rettore del Seminario Maggiore “Maria Regina degli Apostoli” a San Pietroburgo.

Don Paolo Pezzi è nato l’8 agosto 1960 a Russi, in Emilia Romagna. Ha compiuto gli studi di Filosofia e di Teologia presso la Pontificia Università di San Tommaso. Ordinato sacerdote il 22 dicembre 1990, nella Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, in seguito ha ottenuto il dottorato in Teologia Pastorale presso l’Università Lateranense sul tema: "Cattolici in Siberia, le origini, le persecuzioni, l’oggi". Ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali: direttore del giornale cattolico e decano della regione centrale della Siberia, nell’attuale diocesi della Trasfigurazione a Novosibirsk (1993-1998); vicario generale della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo (1998-2005); responsabile del Movimento di Comunione e Liberazione in Russia (dal 1998 ad oggi); docente presso il Seminario Maggiore “Maria Regina degli Apostoli” a San Pietroburgo e rettore del medesimo Seminario dal 2006.

Dopo 16 anni, quindi, l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz lascia l’arcidiocesi di Mosca alla cui guida era stato chiamato da Giovanni Paolo II nel 1991 dopo la caduta del comunismo e la disgregazione dell’Unione Sovietica. Intenso il suo lavoro pastorale che lo ha portato a ricostruire tutte le strutture ecclesiastiche della chiesa cattolica russa. Da Mosca, mons. Kondrusiewicz spiega al microfono di Roberto Piermarini come ha accolto la decisione del Papa che lo ha nominato nuovo arcivescovo di Minsk in Bielorussia:RealAudioMP3


R. – Sono da sempre al servizio della Chiesa, sono come un soldato: quando il mio capo mi dice di andare in un posto o nell’altro, io sono sempre a disposizione. La nostra forza è l’obbedienza: quindi vado a Minsk con grande gioia, obbediente al Santo Padre e con spirito di grande responsabilità. Lascio Mosca perché questa è la volontà di Dio: la volontà del Santo Padre, per me, è la volontà di Dio, e devo lavorare dove Lui mi indica di farlo.

 
D. – Cosa lascia nella Chiesa cattolica russa che ha servito per 16 anni?

 
R. – Lascio qui una parte del mio cuore perché qui ho iniziato da zero: mi sono trovato a dover ricostruire le strutture, a dover istituire tutte le commissioni, acquistare la Cattedrale, la Curia, costituire l’Istituto teologico, poi il Seminario; abbiamo anche stampato – solo nella mia arcidiocesi – più di 600 titoli di vari libri in lingua russa, poi abbiamo curato i contatti con le autorità civili e con la Chiesa ortodossa e con altre Chiese e comunità cristiane e anche con le religioni non cristiane. Ora lascio tutto questo, in una condizione di dinamismo dei nostri rapporti e credo che il mio successore continuerà il mio lavoro per la salvezza del popolo di Dio, anche per stabilire buoni contatti con le autorità civili, con la società russa, con la Chiesa ortodossa russa.

 
D. – Che eredità lascia al suo successore?

 
R. – Oggi abbiamo delle strutture ecclesiastiche: abbiamo una bella Cattedrale, ho appena costruito la Curia, una casa parrocchiale ... le infrastrutture sono oggi ben avviate. Ci sono anche parecchi presbiteri: ho iniziato con pochi sacerdoti – due o tre – oggi nella mia diocesi ce ne sono più di 130. Soprattutto è in aumento il numero di giovani, bambini; la catechesi è sviluppata così come l’opera caritativa ... ci sono delle basi, insomma. Lui dovrà continuare questo lavoro.

 
D. – Con quale spirito si reca in Bielorussia, eccellenza?

 
R. – Con spirito di speranza, perché conosco molto bene la Bielorussia: ho lavorato – sono nato in Bielorussia – quindi torno in Patria. Conosco tanti sacerdoti, tutti i vescovi. Torno con spirito di speranza per continuare questo lavoro che è stato fatto dal cardinale Swiatek insieme con altri vescovi, continuare lo sviluppo della Chiesa, stabilire buoni rapporti con la Chiesa ortodossa, soprattutto, con la società. E per fare questo chiedo la preghiera di tutti.







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