Il Papa ha nominato i nuovi arcivescovi "della Madre di Dio" a Mosca e di Minsk in
Bielorussia
Il Santo Padre ha nominato arcivescovo metropolita di Minsk-Mohilev, in Bielorussia,
mons. Tadeusz Kondrusiewicz, trasferendolo dall’arcidiocesi “della Madre di Dio” a
Mosca, nella Federazione Russa. Alla guida dell’arcidiocesi della capitale russa Benedetto
XVI ha nominato don Paolo Pezzi, della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San
Carlo Borromeo, finora rettore del Seminario Maggiore “Maria Regina degli Apostoli”
a San Pietroburgo.
Don Paolo Pezzi è nato l’8 agosto 1960 a Russi, in Emilia
Romagna. Ha compiuto gli studi di Filosofia e di Teologia presso la Pontificia Università
di San Tommaso. Ordinato sacerdote il 22 dicembre 1990, nella Fraternità Sacerdotale
dei Missionari di San Carlo Borromeo, in seguito ha ottenuto il dottorato in Teologia
Pastorale presso l’Università Lateranense sul tema: "Cattolici in Siberia, le origini,
le persecuzioni, l’oggi". Ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali: direttore del
giornale cattolico e decano della regione centrale della Siberia, nell’attuale diocesi
della Trasfigurazione a Novosibirsk (1993-1998); vicario generale della Fraternità
Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo (1998-2005); responsabile del Movimento
di Comunione e Liberazione in Russia (dal 1998 ad oggi); docente presso il Seminario
Maggiore “Maria Regina degli Apostoli” a San Pietroburgo e rettore del medesimo Seminario
dal 2006.
Dopo 16 anni, quindi, l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz
lascia l’arcidiocesi di Mosca alla cui guida era stato chiamato da Giovanni Paolo
II nel 1991 dopo la caduta del comunismo e la disgregazione dell’Unione Sovietica.
Intenso il suo lavoro pastorale che lo ha portato a ricostruire tutte le strutture
ecclesiastiche della chiesa cattolica russa. Da Mosca, mons. Kondrusiewicz spiega
al microfono di Roberto Piermarini come ha accolto la decisione del Papa che
lo ha nominato nuovo arcivescovo di Minsk in Bielorussia:
R.
– Sono da sempre al servizio della Chiesa, sono come un soldato: quando il mio capo
mi dice di andare in un posto o nell’altro, io sono sempre a disposizione. La nostra
forza è l’obbedienza: quindi vado a Minsk con grande gioia, obbediente al Santo Padre
e con spirito di grande responsabilità. Lascio Mosca perché questa è la volontà di
Dio: la volontà del Santo Padre, per me, è la volontà di Dio, e devo lavorare dove
Lui mi indica di farlo.
D. – Cosa lascia nella Chiesa
cattolica russa che ha servito per 16 anni?
R. –
Lascio qui una parte del mio cuore perché qui ho iniziato da zero: mi sono trovato
a dover ricostruire le strutture, a dover istituire tutte le commissioni, acquistare
la Cattedrale, la Curia, costituire l’Istituto teologico, poi il Seminario; abbiamo
anche stampato – solo nella mia arcidiocesi – più di 600 titoli di vari libri in lingua
russa, poi abbiamo curato i contatti con le autorità civili e con la Chiesa ortodossa
e con altre Chiese e comunità cristiane e anche con le religioni non cristiane. Ora
lascio tutto questo, in una condizione di dinamismo dei nostri rapporti e credo che
il mio successore continuerà il mio lavoro per la salvezza del popolo di Dio, anche
per stabilire buoni contatti con le autorità civili, con la società russa, con la
Chiesa ortodossa russa.
D. – Che eredità lascia
al suo successore?
R. – Oggi abbiamo delle strutture
ecclesiastiche: abbiamo una bella Cattedrale, ho appena costruito la Curia, una casa
parrocchiale ... le infrastrutture sono oggi ben avviate. Ci sono anche parecchi presbiteri:
ho iniziato con pochi sacerdoti – due o tre – oggi nella mia diocesi ce ne sono più
di 130. Soprattutto è in aumento il numero di giovani, bambini; la catechesi è sviluppata
così come l’opera caritativa ... ci sono delle basi, insomma. Lui dovrà continuare
questo lavoro.
D. – Con quale spirito si reca in
Bielorussia, eccellenza?
R. – Con spirito di speranza,
perché conosco molto bene la Bielorussia: ho lavorato – sono nato in Bielorussia –
quindi torno in Patria. Conosco tanti sacerdoti, tutti i vescovi. Torno con spirito
di speranza per continuare questo lavoro che è stato fatto dal cardinale Swiatek insieme
con altri vescovi, continuare lo sviluppo della Chiesa, stabilire buoni rapporti con
la Chiesa ortodossa, soprattutto, con la società. E per fare questo chiedo la preghiera
di tutti.