I vescovi del Perù chiedono condizioni di vita più umane per i minatori del Paese
"La Chiesa in Perù non può essere contraria al fatto che siano sfruttate, in modo
adeguato, le risorse naturali", incluse quelle minerarie. E’ l’appello lanciato in
un comunicato dalla Conferenza episcopale peruviana intervenendo nel dibattito sullo
sfruttamento del patrimonio naturale nel Paese andino. I presuli chiedono, in particolare,
di "favorire progressi per garantire condizioni di vita più umane per quanti lavorano
nell’industria mineraria". I presuli esprimono anche l’auspicio che possa diminuire
l’alta percentuale di popolazione che vive in povertà. Sono necessarie – si legge
nel comunicato - la promozione di investimenti, la salvaguardia dell’ambiente e lo
sviluppo sociale nazionale. In tutti questi campi, aggiungono i vescovi, "occorre
raggiungere i consensi più ampi e permanenti per favorire il bene comune". "Come pastori
del Popolo di Dio – prosegue il comunicato della Conferenza episcopale peruviana -
vogliamo incoraggiare tutti affinché siano aumentati gli sforzi che favoriscono una
cultura della pace attraverso un dialogo giusto, equo e costruttivo". "Si tratta –
spiegano i presuli - di lavorare nella difesa dell’irrinunciabile dignità della persona
umana e del bene comune". "Il progresso del Perú – concludono i vescovi - ci chiede
maggiore capacità di dialogo e ci spinge a lavorare per la corretta formazione delle
coscienze". (A cura di Luis Badilla)