Gravi episodi di intimidazione nei confronti dei cristiani in Pakistan
Peggiora la già grave situazione delle comunità cristiane nell’area nordoccidentale
del Pakistan. A lanciare l’allarme, attraverso l’agenzia Fides, è la Commissione nazionale
“Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale pakistana. I fedeli della Provincia
di Frontiera del Nord Ovest, dove imperversano i gruppi radicali islamici, rischiano
quotidianamente la vita. I cristiani sono infatti oggetto di continue violenze ed
intimidazioni. Sabato scorso, durante la notte, una bomba ha seriamente danneggiato
una scuola, la “Saint John Bosco Model School”, gestito dai missionari di Mill Hill.
L’esplosione ha distrutto la cappella dell’istituto, fortunatamente senza provocare
vittime. Il distretto in cui è situata la scuola, quello di Bannu, è abitato da circa
800 famiglie. Nonostante le pressioni dei fondamentalisti islamici, l’istituto ha
rappresentato sin dalla sua fondazione, nel 2002, un esempio di convivenza pacifica
tra le religioni: non solo i professori sono sia islamici che cristiani, ma anche
gli alunni appartengono per metà ad una fede e per metà all’altra. Nella stessa provincia,
un’altra scuola cattolica, la “Public High School”, è stata costretta a chiudere per
una settimana a causa della minaccia di attentati suicidi. La lettera minatoria che
preannunciava l’attacco accusava le suore carmelitane che gestiscono l’Istituto di
proselitismo nei confronti delle alunne musulmane. La Chiesa locale ha chiesto l’intervento
della polizia, che dal 9 settembre presidia giorno e notte la scuola. Anche nelle
altre province del Paese – denuncia la Commissione “Giustizia e Pace” – ai cristiani,
oggetto di continue violenze, viene intimato di convertirsi all’Islam. Nonostante
le intimidazioni, la Chiesa locale ha rifiutato di chiudere le scuole cattoliche sul
territorio. (V.F.)