2007-09-19 15:11:09

Dopo il Motu Proprio Summorum Pontificum anche i giovani riscoprono la Messa in latino e il canto gregoriano


Con l'entrata in vigore il 14 settembre scorso del Motu Proprio di Benedetto XVI Summorum Pontificum viene agevolato l'uso del Messale Romano di San Pio V, secondo l'edizione riformata da Giovanni XXIII nel 1962. E i fedeli riscoprono la Messa in latino e il canto gregoriano. Arianna Voto ha raccolto in proposito due esperienze:RealAudioMP3
 

 
(Canto gregoriano)

 
Una forma antica di incontro con il mistero di Dio, che dalle generazioni più anziane arriva a catturare oggi anche i giovani: la Messa in latino, il gregoriano, trovano ancora più forte e piena presenza nella vita dei fedeli grazie al Motu Proprio promulgato da Benedetto XVI il 7 luglio scorso. Ma tanti, per formazione, cultura o esperienza personale, avevano già scelto la forma più antica del rito. Come avviene, per esempio, in una chiesa romana, “Gesù e Maria al Corso”. Ce lo racconta proprio Giuseppe Pinardi, tesoriere dell’Associazione “Una Voce”:

 
R. – E’ sempre stato possibile celebrare secondo questo rito che, voglio ricordare, non è mai stato abolito. E l’Associazione è stata fondata a Parigi nel 1964 ...

 
D. – ... ma qui a Roma?

 
R. – A Roma nel ’67, su iniziativa di un gruppo di fedeli.

 
D. – E avete dovuto chiedere il permesso al Vicario?

 
R. – Certamente. La celebrazione è sempre stata autorizzata, poi – appunto – negli anni Ottanta, anche con la Commissione “Ecclesia Dei”, sono sempre state concesse in dotazione alcune chiese dove è possibile celebrare secondo il Messale dell’edizione del 1962.

 
D. – Come avviene l’integrazione tra la Messa in latino e il canto gregoriano? Il Maestro Danilo Zeni, direttore dell’“officium consort”:

 
R. – La Messa in latino prevede che siano cantate tutte le parti, dall’introduzione, dall’“asperge” del diacono a seconda del periodo, e poi c’è l’“introito” ... il graduale prevede il proprio per ogni domenica, e per ogni festività i canti sono già tutti codificati; quindi il Maestro direttore non ha problemi di dover scegliere che cosa cantare. Naturalmente, il celebrante dev’essere parte attiva perché ci sono dei momenti che spettano solo a lui. Quindi, deve anche saper cantare.

 
D. – Pinardi:

 
R. – Certamente, la Messa ha delle parti come il “Kyrie”, il “Gloria”, il “Credo”, il “Sanctus” e l’“Agnus Dei” che vengono cantate ...

 
D. – Che cosa vi ha spinto tanti anni fa?

 
R. – Senz’altro un amore, un attaccamento che la gente nutre nei confronti dell’antica liturgia. Poi, anche e soprattutto nei giovani un maggiore interesse per il sacro. Ecco, appunto: oggigiorno, i fedeli possono avvalersi anche dei “messalini” bilingue, con il testo latino e a fronte il testo in lingua italiana, di valido aiuto per seguire la celebrazione.

 
(Canto gregoriano)







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