Rispondere alle sfide delle nuove povertà e dialogare con le nuove generazioni: è
l'obiettivo delle Figlie di San Paolo, che hanno rieletto superiora generale, madre
Antonietta Bruscato
Operare con fede, energia spirituale e immaginazione nuova: sono gli obiettivi delle
Figlie di San Paolo che, riunite in questi giorni ad Ariccia per il loro Capitolo
generale, hanno rieletto madre Antonieta Bruscato superiora della congregazione.
Tra gli impegni che le religiose intendono portare avanti, il dialogo con gli intellettuali
e i comunicatori per una pastorale della cultura. Oggi, le Editrici delle Paoline
nel mondo sono 30, le librerie 240. La Congregazione lavora anche in diverse emittenti
radiofoniche e televisive e si impegna per l’educazione alla lettura della comunicazione
e ad un atteggiamento critico di fronte ai media, e in questi ultimi anni ha dato
vita a 5 Scuole di Comunicazione. Presenti in 52 nazioni con 248 comunità, per un
totale di 2.490 religiose, le Paoline stanno ora avviando fondazioni in Sud Sudan,
Indonesia e America centrale. Ma quali sfide pastorali si preparano ad affrontare
oggi le Figlie di San Paolo? Davide Dionisi lo ha chiesto a madre Bruscato:
R. -
Anzitutto, la formazione: siamo in un tempo di cambiamenti molto veloci e sentiamo,
quindi, la necessità di aggiornarci continuamente dal punto di vista culturale, ma
anche carismatico e professionale. Oggi si parla molto della formazione dottrinale,
teologica, biblica, anche considerando quella che è la realtà attuale e particolarmente
in rapporto ai mezzi di comunicazione e con una conseguente formazione professionale.
La seconda sfida riguarda, invece, la realtà attuale e quindi le nuove povertà, le
frontiere, i deserti, dove noi dobbiamo in particolare modo attuare quei mezzi di
comunicazione. C’è poi un’altra sfida che investe il dialogo con le nuove generazioni,
con i giovani, che si affacciano alla nostra congregazione. Una delle sfide è lavorare
con i laici nei vari ambiti: con i laici collaboratori, i laici cooperatori, i volontari.
Dobbiamo aprire il nostro cuore e le nostre porte a questa collaborazione.
D.
- Il vostro carisma è la comunicazione. Oggi, il circo mediatico ha stili e toni diversi
rispetto a quella che è stata un tempo la comunicazione e che è ancora oggi la comunicazione
di stampo paolino. Come conciliare queste due visioni?
R.
- Come dice il Vangelo: dal nostro tesoro tiriamo fuori cose antiche e cose nuove.
Noi continuiamo a lavorare con i mezzi tradizionali, con la stampa, con gli audiovisivi,
con le immagini e siamo entrate decisamente anche nei nuovi mezzi, come per esempio
Internet. La Congregazione gestisce una quarantina di siti in Internet e abbiamo anche
diverse librerie e diverse riviste online.
D. - Voi
avete scelto come tema per il capitolo “Scelte amate da Cristo Gesù per comunicare
la parola a tutti”. Perché questa scelta?
R. - Viviamo
in un contesto di allontanamento da Dio, anche se c’è una grande sete di Dio. Dilaga
però il relativismo. Abbiamo allora desiderato rafforzare i valori, le convinzioni
della nostra scelta vocazionale. In Paolo vogliamo trovare o ritrovare le motivazioni
che orientano, che danno forza, che danno ispirazione alla nostra vita. E’ molto importante
anche sentirci amate, amate da Dio, per potere a nostra volta offrire questo amore
alle persone cui noi vogliamo comunicare la Parola di Dio, attraverso la comunicazione
che è il mezzo del nostro apostolato.