Il cardinale Bertone ha presieduto la cerimonia di Beatificazione in Polonia del fondatore
dei Padri Mariani, Giovanni Papczynski
La Chiesa polacca vanta un nuovo Beato. A salire agli onori degli altari, nella solenne
cerimonia presieduta oggi a Lichen a nome del Papa dal cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone, è stato il fondatore dei Padri Mariani, Giovanni Papczynski,
conosciuto come Stanislao di Gesù Maria. La collega della nostra redazione polacca,
Beata Zajaczkowska, ha chiesto al cardinale Bertone una riflessione sul valore
della santità nel 21.mo secolo, sulla scorta del messaggio lasciato dal nuovo Beato:
R. –
Io vengo per la prima volta come legato papale per una beatificazione e devo dire
che la santità, l’accensione di queste scintille, di queste luci dei Santi, nel cammino
del popolo di Dio e nella storia delle città e dei Paesi è veramente un dono per ogni
epoca della Chiesa. Da una parte, è il dono di Dio, perché Dio gratuitamente manda,
accende queste luci che ravvivano anche i periodi più oscuri dell’umanità. Pensiamo
anche a tutti i Santi, soprattutto i martiri del XX secolo, che hanno illuminato i
periodi così oscuri del nazismo e del comunismo militante. Ma sono anche i segni della
risposta dell’uomo e della donna all’azione di Dio, all’invito di Dio, alla sollecitazione
di Dio, ai doni di Dio, ai talenti che Dio comunica, a tanti uomini e donne, giovani,
adulti e anziani. Quindi, questo dimostra che la santità è un fenomeno presente in
ogni epoca, in ogni generazione umana, presso tutti i popoli. Sono stato in Perù e
lì si ricordano soprattutto due Santi straordinariamente affascinanti: Santa Rosa
da Lima e San Martino de Portes. Santi semplici: Santi che non hanno avuto una professionalità
nella vita pubblica e tanto meno nella vita accademica, come ad esempio il nostro
Beato, che è stato anche professore, che è stato divulgatore di temi teologici importanti
per la dottrina della Chiesa e autore di libri. Questo è il segno che i Santi sono
un fenomeno di ogni epoca, di ogni generazione e che tutti siamo chiamati alla santità.
Anche dalla disumana cella, dove è stato rinchiuso padre Massimiliano Kolbe, parte
un moto, un impulso di santità, di offerta, di amore che può trasformare il mondo.
Quindi, da ogni punto della vita umana, fosse anche la situazione più disumana, può
partire un raggio di santità.
D. – Secondo lei che
cosa nel messaggio del futuro Beato polacco è particolarmente attuale per l’uomo di
oggi? Che cosa ci può attrarre in questo religioso che ha vissuto tre secoli fa?
R.
– Il culto del nostro Beato, di padre Papczynski, si sviluppa in tante parti del mondo
e questo è molto bello, perchè a volte noi dimentichiamo i Santi dei secoli passati.
Ma la varietà dei Santi che sono espressione di ogni epoca, di ogni generazione, perché
ogni generazione gode dei doni di Dio, dei carismi che Dio distribuisce, ebbene non
dovrebbe nascondere o non dovrebbe scartare i Santi delle epoche precedenti, dei secoli
precedenti. Qui abbiamo l’esempio di un Santo del ‘700, che è di un’attualità straordinaria.
Questo è il bello! E’ chiaro che è un Santo fortunato questo, è un Beato fortunato,
perchè ha dietro di sé una Congregazione religiosa che lo porta, lo presenta – e lo
presenta bene – in ogni parte del mondo. Dove sono i chierici mariani è ovvio che
il culto, la venerazione e il ricordo del Beato Stanislao sia presente. E questo è
il merito delle Congregazioni religiose. Però, non è solo per questo, perché se leggiamo
la storia della Polonia di quel tempo e l’intervento, la testimonianza del Beato Stanislao,
noi vediamo tante analogie con il nostro tempo: un uomo che ha annunciato il Vangelo,
che ha avuto una storia personale, come sappiamo, e da pastorello è diventato poi
pastore di popoli, grande evangelizzatore, in un momento cruciale della storia della
Polonia, della Lituania, della storia dell’Europa centrale; un uomo che testimonia
il Vangelo, che porta il Vangelo nella vita pubblica: il Vangelo non deve essere un
seme nascosto che rimane infruttuoso, ma deve cambiare la società. Quindi, ha un messaggio
di grande attualità, non solo per la Polonia di oggi, ma per la società di oggi. E
pensiamo in modo particolare all’Europa di oggi. Quindi, anche se viene dal 17.mo
secolo conserva e accresce la sua attualità.
D.
– Il padre Stanislao Papczynski ha fondato la prima congregazione maschile in Polonia.
Qual è il ruolo delle Congregazioni religiose oggi? Alle volte ho l’impressione che
la Chiesa riponga più speranza nel laicato?
R. –
Egli ha fondato la prima Congregazione maschile in Polonia e adesso in Polonia ci
sono tanti religiosi, tante Congregazioni, che operano in Polonia, con tante presenze
soprattutto educative, anche nell’attività pastorale parrocchiale. Questo primato
è interessante. Questo vuol dire che la vita religiosa, la vita consacrata è idonea
ad ogni popolo. Noi vediamo, quando si annuncia il Vangelo a nuovi popoli, che arrivano
ad annunciare il Vangelo molte congregazioni religiose dall’Europa o da altri Paesi,
da altri continenti. E poi il fenomeno che si svela, che si produce è molto interessante:
nel popolo stesso, appena evangelizzato, nascono nuove Congregazioni religiose. Questo
vuol dire che la vita consacrata è nel DNA della comunità cristiana e di ogni popolo,
naturalmente con le peculiarità proprie di ogni popolo. La volta precedente in cui
sono stato in Perù, nel 2005, ho inaugurato un monastero sulle Ande, a 4500 metri
di altezza, per sette ragazze di quelle popolazioni andine, che concepivano la vita
claustrale, la vita contemplativa come adatta e conforme alla loro indole, unendo
alla vita contemplativa un’attività caritativa di assistenza, di aiuto ai poveri villaggi
sparsi sulle Ande, aiuto soprattutto agli anziani, aiuto nel lavoro di campagna e
aiuto nell’assistenza agli ammalati. Quindi, con i ritocchi, con gli aggiustamenti
propri delle situazioni delle diverse regioni, delle diverse comunità, dei diversi
popoli, la vita consacrata è nel cuore della vita cristiana e, anzi, è nel cuore della
santità della Chiesa, esprime la santità della Chiesa. Quindi, benvenute a tutte le
Congregazioni religiose antiche e moderne. E non finiremo di stupirci della creazione
della fondazione di nuove Congregazioni religiose. Oggi come oggi, senza dubbio, abbiamo
assistito, dopo il Concilio Vaticano II, all’esplosione dei movimenti laicali, ma
questa esplosione di movimenti laicali, questi carismi che lo spirito distribuisce
e ha distribuito nella Chiesa, non dovrebbero preoccuparci, non dovrebbero farci dimenticare
il valore apostolico delle Congregazioni religiose. Quindi, viviamo in piena comunione,
religiosi, persone consacrate e laici, dediti all’apostolato con tutti i carismi che
lo Spirito ha distribuito nella storia umana.