Evangelizzare via internet: inizia in Honduras la Riunione continentale della Rete
Informatica della Chiesa in America Latina
Inizia oggi a Tegucigalpa, in Honduras, la X Riunione continentale della RIIAL, la
Rete Informatica della Chiesa in America Latina, alla presenza del nuovo presidente
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, l’arcivescovo Claudio Maria
Celli. L’incontro ha l'obiettivo di rendere più efficace la presenza evangelizzatrice
della Chiesa nella cultura digitale, alla luce della “Missione Continentale” avviata
dalla Conferenza di Aparecida. Ma quali sono i progetti della RIIAL? Giovanni Peduto
lo ha chiesto alla dott.ssa Leticia Soberón Mainero, responsabile dell'organismo
in seno al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali:
R. –
La RIIAL spera di poter offrire un aiuto sempre più capillare per l’attuazione dell’integrazione
digitale e quindi coinvolgendo tutti coloro che sono esclusi dal dialogo e dalla cultura,
ma spera di riuscire sempre più opportunamente a contribuire all’evangelizzazione
proprio attraverso l’utilizzo di questi media.
D.
- Quali sono le sfide della “Rete”?
R. – Noi dobbiamo
affrontare un cambiamento molto importante. Non si tratta soltanto di un cambiamento
istituzionale, perché abbiamo un nuovo presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni
Sociali ed anche nuovi incarichi all’interno del CELAM, ma si tratta di un grande
cambiamento relativo alla sfida missionaria che ci ha lanciato il documento di Aparecida
ed anche il cambiamento tecnologico, che è molto significativo, e che noi chiamiamo
"web 2.0".
D. - Dopo Aparecida è iniziata la “Missione
Continentale” in America Latina: come comunicare il Vangelo in questa società che
si sta rapidamente secolarizzando e dove la sfida delle sette si fa sempre più urgente?
R.
– E’ importante capire che ci sono molti linguaggi e molti modi per dialogare e che
nessuno deve essere abbandonato. C’è il linguaggio diretto che è fondamentale ed essenziale
nella Chiesa, che si dà nelle comunità vive, direttamente – diciamo così - non virtualmente;
c’è poi il linguaggio dei media convenzionali, quindi la radio e la televisione,
ma c’è anche il linguaggio di queste nuove forme di comunicazione. La Chiesa deve
essere presente in tutti questi linguaggi per portare Cristo e soprattutto deve utilizzare
il linguaggio opportuno a seconda di coloro che ricevono la sua parola. Oggi è emersa
una massa di giovani che parlano un altro linguaggio, che non è quello testuale: questi
giovani devono essere raggiunti laddove sono e nelle loro categorie di pensiero, perché
possano ricevere il messaggio di Gesù Cristo.
D.
- Cosa si può fare di più perché il Vangelo sia presente in modo più efficace in internet?
R.
– Ci sono molti modi, sia attraverso il web e quindi normalmente attraverso i siti
informativi, sia anche attraverso i siti di preghiera che ci sono e che hanno un successo
enorme. La gente cerca spiritualità, ma anche formazione, formazione teologica e biblica.
Il CELAM ha lanciato un centro biblico, che ha una enorme eco nella Chiesa latinoamericana.
Ci sono veramente molti modi. Adesso c’è una sorta di mosaico, molto colorato e variegato,
in cui ogni iniziativa deve essere inserita nel contesto globale della Chiesa ed incoraggiata,
seguendo quelle che sono le particolarità di ciascuna.