La nota della Dottrina della fede sui malati in stato vegetativo "una forma di conforto
per le famiglie". Intervista con Fulvio De Nigris
Commenti positivi alla nota della Congregazione della Fede sullo stato vegetativo
sono arrivati da molti settori politici, ma anche da chi ogni giorno è impegnato per
dare più dignità a chi vive in stato di coma. Per il direttore del Centro studi per
la ricerca sul coma e fondatore dell’Associazione "Gli amici di Luca" di Bologna,
Fulvio De Nigris, l’intervento della Congregazione è una forma di conforto
per le famiglie. Ascoltiamo lo stesso De Nigris, intervistato da Alessandro Guarasci:
D. -
Il dato è positivo e conferma il desiderio di tante famiglie di vedere convalidato
il fatto che uno stato vegetativo è comunque una vita normale, ovviamente una normalità
differente, con tanti problemi, ma una normalità di vita. Questo desiderio di normalità
è molto sentito dalle famiglie, che molto spesso invece si trovano di fronte a difficoltà,
anche burocratiche, in questo senso.
D. - Secondo
lei, nell’opinione pubblica c’è un po’ la tendenza a rimuovere questo problema?
R.
- Specialmente negli ultimi anni, c’è stata una grandissima attenzione a questo mondo
sommerso che sono gli stati vegetativi. C’è da fare un distinguo tra un caso e l’altro,
tuttavia le persone che sono a domicilio o in strutture protette continuano a fare
una vita assolutamente quotidiana, normale.
D. -
Lei ribadisce che, anche secondo la sua esperienza, idratazione e nutrizione artificiale
non possono essere definite accanimento terapeutico...
R.
- No, assolutamente no. Per fortuna il messaggio che a suo tempo aveva dato il Comitato
di Bioetica e anche la Legge italiana non permetterebbero che un caso come quello
di Terry Schiavo avvenisse in Italia. La nostra esperienza vede famiglie che hanno
voluto condividere e andare avanti sul problema. Poi, è chiaro che la solitudine di
queste famiglie è molto forte però è questo che bisogna capire: la società civile
deve stare vicino a queste famiglie, aiutarle economicamente ma anche spiritualmente
per i problemi che quotidianamente si trovano ad affrontare. Questo è l’aspetto più
importante.