I limiti della razionalità senza valori morali e religiosi al centro del discorso
del Papa al nuovo ambasciatore d’Irlanda
Ragione, fede e religione: al centro del discorso che Benedetto XVI ha rivolto al
nuovo ambasciatore di Irlanda, Nouel Fahey, ricevuto per la presentazione delle Lettere
credenziali. Il Papa chiede scelte politiche che siano ispirate da valori e principi
etici e non da “pragmatici calcoli di vantaggi e svantaggi”. Il servizio di Fausta
Speranza: Chiesa
e governo del Paese; fede e religione e una società democratica e pluralista. Il Papa
va diritto alla questione centrale: “La Chiesa ha i titoli per dare un contributo
alla governance”? “Fede e religione devono rimanere nell’ambito della sfera
privata”? Benedetto XVI affronta la questione riproponendo lui stesso tali domande.
La risposta è articolata e nello stesso tempo semplice: la ragione non è all’altezza
della complessità e della dignità dell’essere umano. Il Papa ricorda la storia fatta
di brutali regimi totalitari, o lo scetticismo contemporaneo nei confronti della retorica
politica, la crescente difficoltà e l’assenza di punti di riferimento in relazione
alle scoperte scientifiche - basta pensare al terreno della bioingegneria: tutto ciò
- chiama a riflettere il Papa - mette in luce i limiti della sola razionalità e evidenzia
l’importanza di “una riscoperta di principi morali ed etici e il bisogno di riconoscere
tali limiti e capire l’essenziale relazione di complementarietà con fede e religione”.
Dunque, Benedetto XVI parla di scelte politiche, “sempre più determinate dall’opinione
pubblica, di valori oscurati da procedure e obiettivi”. E anche di scelte che non
si basano sulla valutazione di ciò che è bene e ciò che è male ma cedono il passo
ad un “pragmatico calcolo di vantaggio e svantaggio”. Il Papa ricorda che per oltre
seicento anni la cristianità è stata parte della cultura, dell’identità morale e spirituale
del popolo irlandese e sottolinea che la fede cristiana non ha perso nulla del significato
rappresentato per la società: “Tocca la più profonda sfera dell’uomo e dà senso alla
sua vita nel mondo”. A proposito della storia d’Irlanda, il Papa si compiace del lungo
processo di pace auspicando che porti frutti duraturi e che sia di esempio per i leader
di altre zone del mondo travagliate da conflitti. In particolare, ha parole di apprezzamento
per gli individui e le comunità che hanno aperto il cuore alla “sublime capacità umana
di perdonare”. Dell’Irlanda di oggi, infine, Benedetto XVI ricorda la recente crescita
economica senza precedenti e loda l’impegno sul piano ecologico, sottolineando l’importanza
di difendere uno sviluppo sostenibile e una particolare attenzione ai cambiamenti
climatici”.
Della Repubblica d’Irlanda ricordiamo
che ha una popolazione di 6.541.000 abitanti. Guardando al processo storico ricordiamo
che, sottomessa alla Gran Bretagna per quasi 8 secoli, l’Eire è diventata uno “Stato
libero” (anche se Dominion della Corona britannica) nel 1922, in seguito alla rivolta
condotta dall’IRA (Irish Republican Army), braccio armato del movimento nazionalista
Sinn Féin. Dall’accordo sono rimaste però escluse le 6 contee settentrionali dell’Ulster,
unite al Regno Unito, con il nome di Irlanda del Nord. Nel 1949, è stata proclamata
la Repubblica e l’Eire è uscita dal Commonwealth. Dal 1993, il dialogo anglo-irlandese
per risolvere la guerra civile in Ulster ha compiuto passi sostanziali, fino all’accordo
del 10 aprile 1998 concluso a Belfast dai rappresentanti britannici e irlandesi e
da esponenti repubblicani e unionisti dell’Ulster. Il 2 dicembre 1999, l’Irlanda ha
rinunciato alle rivendicazioni territoriali sull’Ulster, presentate a partire dal
1921. L’attuale primo ministro, Bertie Ahern, 55 anni, è al potere dal 1997: il suo
terzo mandato consecutivo è una novità per l'Irlanda. Della personalità del nuovo
ambasciatore d’Irlanda, possiamo dire che è nato a Dublino il 25 dicembre 1946. È
sposato ed ha tre figli. Tra i suoi più recenti incarichi, è stato direttore generale
del Ministero degli Affari Esteri (1991-1998); ambasciatore in Germania (1998-2002)
e ambasciatore negli Stati Uniti d'America (2002-2007).