2007-09-14 15:23:59

Il rapporto tra secolarizzazione e religione al centro dell'intervento di Habermas a Roma


“L’universalismo egualitario, dal quale sono scaturite le idee di libertà e di convivenza solidale, è un’eredità immediata della giustizia giudaica e dell’etica cristiana dell’amore. […] Questa eredità è stata sempre di nuovo fatta propria in modo critico e nuovamente interpretata. A ciò fino ad oggi non esiste alternativa". Queste le parole del filosofo tedesco non credente Jürgen Habermas citate venerdì scorso da Benedetto XVI nell’Hofburg di Vienna, durante il suo incontro con le autorità austriache e il corpo diplomatico. Habermas ha affrontato di nuovo il tema del rapporto tra secolarizzazione e religione in un convegno al Campidoglio. Il filosofo con cui spesso il Santo Padre si è confrontato sul rapporto tra ragione e fede è tornato a parlare di religione e laicità nella società moderna. Habermas ha sottolineato l’importanza di ridefinire il concetto di “secolarizzazione”: non si può infatti più affermare che la modernizzazione sia realizzabile solo a costo di una minore influenza della religione. Si assiste, nel panorama globale, ad una vera e propria rinascita religiosa, di fronte alla quale al momento solo l’Europa sembra rappresentare l’eccezione. La perdita di funzioni di carattere pubblico e la tendenza a “privatizzare” la fede non implicano necessariamente una perdita di rilevanza e influenza della religione nella società. L’esclusione laicista dei credenti, secondo il filosofo, può corrodere la sostanza stessa di un’uguale appartenenza all’universo delle persone razionali. Il pensiero filosofico, ha concluso Habermas, non dovrebbe escludere la possibilità che le tradizioni religiose includano contenuti di verità che possono ancora ispirare la società civile. La ragione laica dovrebbe astenersi dal valutare la razionalità o l’irrazionalità della religione in quanto tale. (A cura di Valentina Fizzotti) RealAudioMP3







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